Parigi pensa ai cannoni ma Berlino pensa all’euro del nord. Una missione
comune – ma con obiettivi diversi – alla base del vertice con Polonia,
Ungheria, Repubblica Ceca, Slovacchia.
La cancelliera tedesca Merkel e il presidente francese
Hollande, con obiettivi diversi tra loro, hanno incontrato a Varsavia i
rappresentanti del ''gruppo di Visegrad'', l’organismo informale che
riunisce i leader di Polonia, Repubblica Ceca, Slovacchia e Ungheria.
Il summit era stato convocato formalmente in vista del Consiglio
Europeo che si terrà nel secondo semestre del 2013, dedicato al tema
della difesa e sviluppo delle capacità militari europee. Un tema questo
assai sensibile per la Francia che continua a ritenersi la potenza
decisiva in Europa sul piano militare. Infatti gli unici atout
che Parigi mette esclusivamente in campo nella concertazione dentro al
nucleo duro dell’Unione Europea sono il suo arsenale nucleare e il suo
peso nel complesso militare-industriale.
Il portavoce del Ministero
della Difesa polacco, Jacek Sonta, ha avanzato la proposta che il gruppo
di Visegrad presenti a Francia e Germania una dichiarazione d'intenti
per la creazione, entro il 2016, di un'unità di combattimento nel
quadro della difesa comune dell'Unione Europea.
L'unità potrà
essere ''utilizzata fuori dai confini europei per missioni “umanitarie”,
prevenzione di conflitti armati e gestione di scenari di crisi'' su
richiesta del Consiglio dell'Unione Europea.
La Polonia si candida
ad assumere un ruolo chiave della gestione dell'unità, denominata V4 EU
BG (European Union Battlegroup), che dovrebbe essere formata da
2.000/3.000 uomini di fanteria, tra i quali 1.000 provenienti
dall'esercito polacco. Secondo il famigerato centro studi strategici
“Stratfor”, la militarizzazione del Gruppo di Visegrad è stata
determinata dalla mutazione dell’assetto geopolitico dell’Europa
centro-orientale risalente all’inizio degli anni Novanta, ma soprattutto
dal rinato attivismo internazionale della Russia nelle sua vecchia area
di influenza, culminato con la guerra in Georgia del 2008, il conflitto
che mise in crisi la Nato nella sua partnership con diversi paesi
dell’Europa dell’est e nelle relazioni tra Stati Uniti con Francia,
Italia e Germania.
Ma evidentemente non ci sono solo i problemi
geopolitici e militari dietro questa missione a due dell’asse Francia –
Germania a Varsavia. Infatti in diversi paesi dell’Europa dell’Est sta
crescendo la convinzione che l’avvenire economico di molti paesi
dell’Est non sia più indissolubilmente legato all’Unione Europea,
soprattutto in seguito all'attuale crisi economica. E questa appare
come una preoccupazione decisiva più per la Germania che per la Francia.
Secondo il Sole 24 Ore, l’obiettivo della cancelliera in questa
missione in Polonia sarebbe quello di “compattare” i paesi della “Nuova
Europa” intorno alla centralità del ruolo e della strategia tedesca
nell’Unione Europea. Dalla sua la Germania ha i numeri dell’economia.
Berlino infatti è il principale partner economico, commerciale e
industriale di Polonia, Ungheria, Repubblica Ceca e Repubbliche
Baltiche. Ma questi paesi, pur membri dell’Unione Europea, non hanno
ancora adotattato l’euro e dunque non fanno parte dell’Eurogruppo né
sono sottoposti ai vincoli della Bce. Nella sua ambizione non dichiarata
di costruire un “nucleo del nord”, la Germania vede come area di
partnership e influenza naturale i paesi del gruppo di Visegrad. Una
sorta di massa critica a disposizione di Berlino nella contrattazione
con la Francia e con l’Italia, oggi indebolita dalla crisi politica e
istituzionale interna.
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