In mattinata ha incontrato lo stato maggiore del Pdl (Alfano, Cicchitto
e Gasparri), nel pomeriggio ha riunito i vertici del Consiglio
superiore della magistratura, in serata ha diramato una nota che non può
non far piacere all’imputato Silvio Berlusconi. Perché
per Giorgio Napolitano è “comprensibile la preoccupazione” del partito
“che il suo leader possa partecipare adeguatamente a questa complessa
fase politico-istituzionale”. Per il Presidente della Repubblica,
tuttavia, rimane “inammissibile il sospetto” che qualcuno voglia metter
fuori gioco il Cavaliere “per via giudiziaria”.
Una presa di
posizione ‘politica’, quella di Napolitano, presa al termine
dell’annunciato incontro con il comitato di Presidenza del Csm. La riunione era stata decisa dal capo dello Stato dopo l’incontro con i parlamentari del Pdl che ieri hanno occupato il Tribunale di Milano per protestare contro i giudici che contestavano il legittimo impedimento per il Cavaliere, ricoverato da venerdì all’ospedale San Raffaele prima per una infiammazione agli occhi, poi per delle complicazioni dovute alla terapia prescritta dai medici. Condizione che ha permesso l’accoglimento dell’istanza della difesa del Cavaliere nel processo Ruby. Dopo il faccia a faccia mattutino con Alfano, Cicchitto e Gasparri, tuttavia, la nota diramata dal Quirinale
diceva ben altro e non faceva intendere un ulteriore intervento del
Colle. Parole nette: “I rappresentanti del Pdl hanno altresì espresso
piena consapevolezza della natura delle responsabilità e delle
prerogative del Capo dello Stato che non può interferire nell’esercizio
del potere giudiziario – era scritto nel comunicato del Quirinale – e
quindi non gli hanno rivolto alcuna richiesta di impropri interventi in
materia”. Così non è stato. E il capo dello Stato è intervenuto di
nuovo, con parole forse meno chiare, ma dal senso politico ben più
pesante. A conferma dell’importanza che la nota del Colle riveste per il
centrodestra, è arrivata la dichiarazione di Fabrizio Cicchitto, secondo cui ”il presidente della Repubblica
ha espresso delle riflessioni che tengono conto delle preoccupazioni
che gli abbiamo manifestato e ha messo in evidenza un alto grado di
consapevolezza dei pericoli che corre la democrazia nel nostro Paese –
ha detto l’ex capogruppo alla Camera del Pdl – Le parole di Napolitano
non vanno strumentalizzate in nessun senso, ma su di esse tutti devono
riflettere perché sono quelle di un uomo realmente al di sopra delle
parti”.
La nota del Colle: “Garantire partecipazione politica a Berlusconi”“Ho, negli anni del mio mandato, considerato e affrontato come problema essenziale quello del ristabilimento di un clima corretto e costruttivo nei rapporti tra giustizia e politica” ha scritto Napolitano,
secondo cui “a più riprese, anche e in particolare dinanzi al CSM, ho
sottolineato come i protagonisti e le istanze rappresentative della
politica e della giustizia non possano percepirsi ed esprimersi come mondi ostili, guidati dal sospetto reciproco, anziché uniti in una comune responsabilità istituzionale. E ho indicato nel più severo controllo di legalità
un imperativo assoluto per la salute della Repubblica” da cui nessuno
può considerarsi esonerato in virtù dell’investitura popolare ricevuta.
Con eguale fermezza – si legge nella nota del Quirinale – ho sollecitato
il rispetto di rigorose norme di comportamento da
parte di ‘quanti sono chiamati a indagare e giudicare’, guardandosi
dall’attribuirsi missioni improprie e osservando scrupolosamente i
principi del ‘giusto processo’ sanciti fin dal 1999 nell’art. 111 della
Costituzione con particolare attenzione per le garanzie da riconoscere alla difesa“.
Ieri i difensori del Cavaliere avevano presentato l’istanza di
legittimo impedimento al processo Ruby dopo che era stata respinta
analoga richiesta nel processo Mediaset dopo l’esito della visita
fiscale.
“In vari momenti, anche relativamente recenti, ho potuto constatare il manifestarsi di tensioni
meno acute e di occasioni di collaborazione tra le diverse forze
politiche, in materia di giustizia, e più pacati rapporti con la
magistratura requirente e giudicante. Ma troppe divergenze e vere e proprie contrapposizioni hanno finito per prevalere,
bloccando in effetti la possibilità di talune, cruciali riforme
nell’amministrazione della giustizia e nel corpo delle norme che la
regolano. E in questo momento – argomenta Napolitano – si registra
purtroppo un’allarmante nuova spirale di polemiche tra
voci che si levano dall’uno e dall’altro campo. Altamente apprezzabile è
stata l’iniziativa adottata dal Comitato di Presidenza del CSM con la
dichiarazione del 4 febbraio scorso, per auspicare ‘sia lo svolgimento
della consultazione elettorale in corso sia la celebrazione dei processi
in condizioni di maggiore serenità”, evitando nei limiti del possibile
“interferenze tra vicende processuali e vicende politiche’.
Quell’auspicio venne largamente accolto, ma non posso oggi che
rinnovarlo con la massima convinzione. In effetti alle elezioni del 24
febbraio, e anche per effetto della situazione che ne è scaturita, ma
soprattutto per l’estrema importanza e delicatezza degli adempimenti istituzionali che stanno venendo a scadenza, occorre evitare tensioni destabilizzanti –
è l’appello del presidente – per il nostro sistema democratico. Quegli
adempimenti chiamano in causa ed esigono il contributo di tutte le forze
politiche rappresentate in Parlamento, e in particolar modo di quelle
che hanno ottenuto i maggiori consensi”.
“E’ comprensibile la preoccupazione dello schieramento che è risultato secondo, a breve distanza dal primo, nelle elezioni del 24 febbraio, di veder garantito che il suo leader possa partecipare
adeguatamente alla complessa fase politico-istituzionale già in pieno
svolgimento, che si proietterà fino alla seconda metà del prossimo mese
di aprile. Non è da prendersi nemmeno in considerazione l’aberrante
ipotesi di manovre tendenti a mettere fuori giuoco – ‘per via
giudiziaria’ come con inammissibile sospetto si tende ad affermare – uno
dei protagonisti del confronto democratico e parlamentare nazionale. Rivolgo perciò con grande forza un appello al rispetto effettivo del ruolo e della dignità tanto della magistratura quanto delle istituzioni politiche e delle forze che le rappresentano. Un appello,
che volentieri raccolgo dalle parole oggi pronunciate da autorevoli
giuristi, affinché in occasione dei processi si manifesti da ogni parte
‘freddezza ed equilibrio’ e affinché da tutte le parti in conflitto – in
particolare quelle politiche, titolari di grandi responsabilità nell’ordinamento democratico – si osservi quel senso del limite e della misura, il cui venir meno esporrebbe la Repubblica a gravi incognite e rischi”. Questa mattina il capo dello Stato aveva espresso rammarico per l’iniziativa dei parlamentari del Pdl.
Fonte
Il solito discorso che tenta di non scontentare nessuno - e nella retorica ci riesce benissimo - ma che è chiaramente di parte.
Con queste parole, Napolitano mette nero su bianco l'ennesima resurrezione politica di Berlusconi, almeno sino a quando il suo apporto al sistema sarà considerato utile.
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