Il governo non c'è, ma lo Stato sì. E l'”apparato” continua la sua
guerra in difesa del privilegio anche se resta in attesa di indicazioni
politiche più definite. E quindi vai con l'allarmismo poliziottesco...
L'ultima Relazione annuale al Parlamento consegnata dai
servizi di sicurezza, che a questo punto sarà letta dai nuovi
parlamentari, parla soprattutto della “minacci
anarco-insurrezionalista”. Le aggressioni di CasaPound, anche a
candidati alle elezioni, non vengono invece neppure menzionate. Meglio suscitare paura morbosa per quello che non si vede, e a rigore potrebbe
benissimo non esserci, piuttosto che puntare il dito su “amici del
potere” che invece qualche cosa la stanno facendo...
E quindi
“nonostante i successi dell'azione di contrasto”, la minaccia
anarco-insurrezionalista resta "potenzialmente estesa" e "multiforme",
"suscettibile di tradursi in una gamma di interventi".
E
infatti questo quadro interpretativo "può comprendere sia attentati
'spettacolari' potenzialmente lesivi come quelli tradizionalmente messi
in atto dai gruppi Fai - Federazione anarchica informale, sia iniziative
di non elevato spessore ad opera di altre sigle emergenti, non dotate
delle medesime capacità tecnico-operative, come anche attacchi non
rivendicati, in linea con la visione classica che individua nel
compimento stesso del gesto e nella scelta dell'obiettivo la
'riconoscibilità' della matrice".
Tutto chiaro? E come no... Di
tutto un po'. Qualcosa avverrà, non sappiamo cosa, ma sappiamo da dove
potrebbe venire perché l'abbiamo deciso noi. Fidatevi... Come per Piazza
Fontana nel 1969, si potrebbe ricordare.
Pur non rilevandosi
"un conflitto strutturato, virulento e generalizzato", gli 007 indicano
numerosi "possibili scenari di scontro, con riferimento primario a
quelli 'classici' dell'antirepressione, dell'antimilitarismo,
dell'opposizione al 'dominio tecnologico', alla 'devastazione
dell'ambiente' e ai 'poteri economico-finanziari'".
Ma – spiega
la relazione – "ulteriori fronti di lotta potrebbero essere aperti in
relazione all'eventuale diffondersi di tensioni e proteste connesse alla
crisi economica, contro le riforme del welfare e del lavoro oppure, in
un'ottica anticapitalista, contro le molteplici espressioni della
'società del benessere' e del consumismo".
Qui il “pericolo” è
definitivamente indicato nelle normali proteste popolari. Inevitabile
dunque dedurne che è in queste situazioni che “le agenzie informative”
comunemente definite “servizi segreti” infileranno le proprie spie,
recluteranno qualche “gola profonda”, organizzeranno qualche
provocazione ad hoc.
Occhio. Non sempre chi ci si mette al fianco è una persona per bene...
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