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02/03/2013

I "servizi" minacciano i movimenti con la scusa degli "anarchici"

Il governo non c'è, ma lo Stato sì. E l'”apparato” continua la sua guerra in difesa del privilegio anche se resta in attesa di indicazioni politiche più definite. E quindi vai con l'allarmismo poliziottesco...


L'ultima Relazione annuale al Parlamento consegnata dai servizi di sicurezza, che a questo punto sarà letta dai nuovi parlamentari, parla soprattutto della “minacci anarco-insurrezionalista”. Le aggressioni di CasaPound, anche a candidati alle elezioni, non vengono invece neppure menzionate. Meglio suscitare paura morbosa per quello che non si vede, e a rigore potrebbe benissimo non esserci, piuttosto che puntare il dito su “amici del potere” che invece qualche cosa la stanno facendo...

E quindi “nonostante i successi dell'azione di contrasto”, la minaccia anarco-insurrezionalista resta "potenzialmente estesa" e "multiforme", "suscettibile di tradursi in una gamma di interventi".

E infatti questo quadro interpretativo "può comprendere sia attentati 'spettacolari' potenzialmente lesivi come quelli tradizionalmente messi in atto dai gruppi Fai - Federazione anarchica informale, sia iniziative di non elevato spessore ad opera di altre sigle emergenti, non dotate delle medesime capacità tecnico-operative, come anche attacchi non rivendicati, in linea con la visione classica che individua nel compimento stesso del gesto e nella scelta dell'obiettivo la 'riconoscibilità' della matrice".

Tutto chiaro? E come no... Di tutto un po'. Qualcosa avverrà, non sappiamo cosa, ma sappiamo da dove potrebbe venire perché l'abbiamo deciso noi. Fidatevi... Come per Piazza Fontana nel 1969, si potrebbe ricordare.

Pur non rilevandosi "un conflitto strutturato, virulento e generalizzato", gli 007 indicano numerosi "possibili scenari di scontro, con riferimento primario a quelli 'classici' dell'antirepressione, dell'antimilitarismo, dell'opposizione al 'dominio tecnologico', alla 'devastazione dell'ambiente' e ai 'poteri economico-finanziari'".

Ma – spiega la relazione – "ulteriori fronti di lotta potrebbero essere aperti in relazione all'eventuale diffondersi di tensioni e proteste connesse alla crisi economica, contro le riforme del welfare e del lavoro oppure, in un'ottica anticapitalista, contro le molteplici espressioni della 'società del benessere' e del consumismo".

Qui il “pericolo” è definitivamente indicato nelle normali proteste popolari. Inevitabile dunque dedurne che è in queste situazioni che “le agenzie informative” comunemente definite “servizi segreti” infileranno le proprie spie, recluteranno qualche “gola profonda”, organizzeranno qualche provocazione ad hoc.

Occhio. Non sempre chi ci si mette al fianco è una persona per bene...

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