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30/03/2013

Riassunto

Uno sta fuori dal giro per poco meno di due settimane e si ritrova davanti un mondo che staticamente perde pezzi da ogni dove.
Se sul personale questo marzo è stato una merda, devo dire che il contesto non ha tenuto botta meglio di me.
In questo mese siamo stati spettatori de:
  • il nuovo papa piacione ma con qualche scheletro nell'armadio di troppo che mi pare si ponga nell'ottica di diventare il nuovo Wojtyla, cosa che non mi garba per nulla;
  • la morte del capo della Polizia di Stato Manganelli, con tutto lo strascico di retorica - fuori luogo - per un servitore dello stato indubbiamente con la schiena dritta, anche quando l'avrebbe dovuta rispettosamente piegare;
  • la morte di Mennea, un nome con cui sono cresciuto anche perché vidi in diretta Michael Johnson che fermava di un soffio il cronometro sotto il record dell'italiano;
  • le manfrine in Parlamento tra le forze politiche e i discorsi da bar dell'elettorato fuori palazzo, tutti egualmente del cazzo perchè incentrati su un tema, la governabilità, che non ha alcun senso d'essere trattato quando non contempla il nodo cruciale della crisi europea: l'assetto stesso dell'Unione;
  • il caso dei marò in India... beh una Caporetto del genere credo sia il degno requiem  per un governo tecnico che è riuscito nell'impresa d'essere il più devastante ed impresentabile di tutta la storia repubblicana, e cazzo con i pezzi da 90 delle rabbinate che abbiamo avuto in sto paese ce ne voleva di talento per fare peggio di tutti!
  • il degenero internazionale. Di come sia macabramente deragliata la Primavera Araba - unica eccezione parziale la Tunisia - ho scritto più volte, ma lo sfascio ignobile che sta vivendo la Siria non l'avrei sognato nemmeno nei miei incubi peggiori. A questo si sono aggiunti l'improvvisa escalation di tensione in Corea, gli Stati Uniti a un passo dal fiscal cliff e il Giappone sempre più anticamera del fallimento verso cui tutto il capitalismo mondiale si sta dirigendo col vento in poppa.
Mentre scrivo apprendo anche della dipartita di Jannacci e Califano, insomma, c'è veramente di che stare allegri.
Personalmente tento di tenermi a galla allargando i miei orizzonti sonori, gli unici che concedono di spaziare ancora senza difficoltà eccessive.

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