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28/03/2013

Grillo, Bersani, Napolitano e il gioco delle parti

Il governo non c'è ancora e fra gli elettori e i cittadini si fa fatica a capire la situazione. La faccia buona e propositiva di Bersani cerca di lasciare il cerino in mano a Grillo che rimanda al mittente con tanto di offese. Berlusconi, invece, cerca di aggrapparsi al governo per evitare una Craxi strategy. In verità stiamo assistendo solo ad un gioco delle parti, ad un copione che ognuno deve recitare per evitare di essere danneggiato in vista delle prossime elezioni.

Il post elezioni sembra la fotocopia della campagna elettorale. Si continua a girare intorno ai problemi senza affrontarli e continuando a recitare un copione buono solo per eludere la realtà: la casta, gli 8 punti di Bersani, i processi di Berlusconi, il corvo Renzi e le manovre per l'elezione del Presidente della Repubblica. Non che siano argomenti da poco, visto che la massima carica dello stato e il governo sono elementi istituzionali prioritari per il funzionamento del sistema per cui il 75% degli aventi diritto ha votato, ma non rappresentano il centro della questione.

Come abbiamo scritto nell'editoriale di ieri in Italia il governo servirebbe solo per innescare il pilota automatico (come lo ha definito Draghi) cioè un governo, anche debole, che pensi solo a ratificare quello che è già deciso, quindi un governo di ordinaria amministrazione di regole e decisioni già prese altrove e verso cui l'Italia si è già impegnata. Stop. Questa è la democrazia per i poteri burocratico-finanziari europei e questo è quello per cui un governo è chiamato ad operare.

Se abbiamo chiaro questo quadro, e finché non è chiaro è inutile parlare d'altro, possiamo ora analizzare cosa sta succedendo fra le forze politiche in ballo in queste consultazioni per formare il governo.

Molti elettori del M5S si stanno scagliando contro Grillo e i capigruppo a camera e senato per la loro chiusura a priori verso un "governo di scopo" come proposto da Bersani. In particolare parliamo di quelle persone ex elettrici di Prodi, Pd, Di Pietro o sinistra varia che hanno votato Grillo con la speranza di un affossamento definitivo della vecchia classe dirigente e con la speranza della definitiva cancellazione di Berlusconi e che in questo momento sono frastornati. Temono le nuove elezioni, vorrebbero bastonare il can (Berlusconi) che affoga e vorrebbero realizzare quel sogno che da anni indirizza il loro voto: tirare il centrosinistra per la giacchetta e condizionarlo.

Per questo le reazioni, anche offensive, di Grillo verso gli 8 punti proposti da Bersani hanno fatto crollare sogni e certezze inseguite da una vita. La caccia a Grillo è quindi iniziata a partire dai suoi stessi elettori e rinfocolata dagli elettori di centrosinistra che sotto la spinta del Gruppo l'Espresso individuano ora Grillo come il colpevole di tutto e il traditore che non vuole affossare Berlusconi e dare un governo al paese in questo momento di crisi.

Ma perché Grillo e il Movimento 5 Stelle hanno scelto questa linea di chiusura oltre che di interlocuzione aggressiva verso Bersani?

La risposta è semplice. Grillo e Bersani stanno giocando un'amichevole estiva, cioè stanno cercando di recitare un ruolo che non danneggi il proprio movimento o partito per il futuro. Quindi Bersani non può fare il governo con il PdL e Grillo non può fare il governo con Bersani. Ne andrebbe della stessa essenza del proprio motivo di esistere.

A Grillo, quindi, non rimane altro che continuare la cantilena contro la casta perché non ha ancora deciso cosa fare rispetto all'Europa. Nella retorica di Grillo infatti sono scomparsi gli attacchi a banche, istituzioni europee, Fiscal Compact, Fondo Monetario internazionale e perfino anche la Germania. In una situazione internazionale del genere sa bene che è meglio non urtare agenzie di rating e Bce. Ma sa anche che fare un governo con il Pd sarebbe un suicidio politico anche perché, forse molti non lo sanno e nessuno lo dice, a fine primavera ci sarà da votare una finanziaria aggiuntiva. E chi la voterebbe un'altra finanziaria lacrime e sangue? I grillini dopo un mese che sono in parlamento? Mica sono scemi!

Forse qualcuno non ricorda che nel 2012 Monti, Bersani ed Alfano hanno firmato parecchie cambiali in bianco con l'Europa che impegnano il paese in un solco, allo stato dei fatti, già tracciato (Fiscal compact, pareggio di bilancio in Costituzione, spending review). Grillo sa bene che se non si modifica questo solco, il paese si può governare solo con l'austerità e la mannaia.

Bersani invece gioca per mettere con le spalle al muro il Movimento 5 Stelle, dimostrando che non è affidabile e non sa governare. Ha proposto 8 punti rispetto ai quali i governi di cui ha fatto parte, hanno sempre agito al contrario. E Bersani sa bene che queste sono amichevoli estive in cui si gioca per far conoscere la squadra al pubblico e per prepararsi alle partite vere.

Quando inizierà la partita vera? Inizierà quando uscirà il nome che farà a breve Napolitano. Su quel nome si spenderanno tavoli e strategie alle quali parteciperà anche Monti, finora defilato, per dare un governo al paese.

Quindi diamo un consiglio a tutti coloro che si infervorano sui social network, nei circoli, nei bar, sui treni o sul sito di Beppe Grillo e che vorrebbero il governo M5S-PD-SEL: sappiate che vi state logorando il fegato per una partita amichevole, per di più estiva, in cui tutti i giocatori in campo sanno che il risultato non conta. Come si suol dire, sono chiacchiere sotto l'ombrellone.

per Senza Soste, Franco Marino - 28 marzo 2013
 
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