“Contro la disoccupazione, sei milioni di ragioni”. Con questo slogan
decine di migliaia di persone hanno manifestato in tutta la Spagna per
denunciare lo smantellamento dei servizi pubblici, la corruzione delle
istituzioni, il degrado della democrazia e l’estendersi della povertà.
Centinaia di organizzazioni sindacali, sociali e politiche
hanno aderito oggi alla giornata di mobilitazione indetta dalla
cosiddetta Cumbre Social - espressione dei sindacati ufficiali legati
alla CES, la confederazione europea dei sindacati - per manifestare
contro la disoccupazione che ha raggiunto i livelli, insieme alla
Grecia, più alti dell’Unione Europea. A tenere insieme le diverse
manifestazioni lo slogan “Contro la disoccupazione, sei milioni di
ragioni. Per una democrazia sociale e partecipativa”. Finora si sono
tenute ben 60 manifestazioni in altrettante città grandi e piccole dello
stato spagnolo, che hanno preso di mira la corruzione del sistema
politico – in particolare del Partito Popolare ma anche dell’opposizione
socialista – e anche il processo di privatizzazione e smantellamento di
istruzione e sanità che, è stato denunciato, “minaccia frontalmente la
convivenza democratica”.
A Madrid la manifestazione
più partecipata. Migliaia di persone hanno marciato dalla ormai
tradizionale Plaza de Neptuno fino a Puerta del Sol, dove alcuni
rappresentanti dei diversi coordinamenti di lotta hanno letto un
manifesto elaborato dal coordinamento denominato Cumbre Social. Un
documento di condanna frontale nei confronti delle politiche di
smantellamento del settore pubblico del governo di Mariano Rajoy e delle
amministrazioni locali. E i movimenti sociali hanno di nuovo avvertito
che se l’esecutivo non approverà così com’è e in tempi rapidi la
proposta di legge popolare contro gli sfratti elaborata dai
coordinamenti degli sfrattati il livello della mobilitazione diventerà
più intenso e determinato. I manifestanti, giovani precari e studenti
universitari ma anche pensionati e dipendenti pubblici hanno sfilato
reggendo striscioni che denunciavano “Né debito né tagli. Vogliamo le
elezioni” oppure “Governo antisociale, senza legittimità” e ancora
“Tagliare: rubare legalmente” oppure “Vendere ciò che è di tutti è un
delitto sociale”.
Alla marcia hanno partecipato anche
i sindacati ufficiali - CCOO, UGT e USO - la Federazione delle
Associazioni in difesa della Sanità Pubblica (Fadsp), la Piattaforma
delle Donne nella Diversità e altri coordinamenti di cittadini,
lavoratori e consumatori. Nel manifesto di convocazione delle marce la
Cumbre Social ha chiesto al governo di disobbedire alla troika ormai
evidentemente arroccata su politiche fallimentari.
A
Barcellona circa 50 mila persone hanno manifestato sfilando da Plaza
Urquinaona fino a Via Laietana, aderendo alla marcia convocata dalla
Piattaforma Sindacale Unitaria dei Servizi Pubblici (formata dai
sindacati ufficiali CCOO, UGT e USO). Il corteo è sfilato dietro uno
striscione che recitava “Contro la disoccupazione e la corruzione. Né
privatizzazioni né tagli”. Al termine della marcia l’attore Lluis Marco
ha letto un manifesto di denuncia della progressiva de pauperizzazione
della popolazione, dei continui tagli ai servizi pubblici, della sempre
più scandalosa corruzione politica.
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