Per il governo francese: ce ne fossero di dittatori come Chávez che per 14 anni ha difeso i diritti umani e lottato contro l’ingiustizia!
E così, con dichiarazioni forti del ministro capo della delegazione ufficiale francese ai funerali, anche nel cuore dell’Europa, del potere e dell’Internazionale socialista si rompe il «pensiero unico» che ha finora demonizzato la figura di Hugo Chávez e i governi integrazionisti latinoamericani e si apre una nuova fase che chiama in causa le sinistre europee finora sempre fredde rispetto all’esperienza bolivariana.
A Caracas non c’era solo il fotografatissimo presidente iraniano Mahmoud Ahmedinejad. C’erano anche i rappresentanti di mezza zona Euro e in particolare di Francia e Spagna. Il governo di François Hollande è stato il più importante tra quelli della zona Euro a inviare una delegazione ai funerali di Hugo Chávez, capeggiata dal ministro e militante del partito socialista Victorin Lurel.
Tale presenza si è rivelata tutt’altro che formale e va a rendere più complesso il dibattito su Chávez in Europa dove, nonostante le sempre ingenti campagne di disinformazione, qualche elemento di equanimità si è aperto. Val la pena esaminare il suo punto di vista di Lurel che, in dichiarazioni a RTL e Europe1, ha contestato nettamente la dizione «dittatore» con la quale viene demonizzato lo scomparso presidente venezuelano:
«Tutt’altro che dittatore! Hugo Chávez è stato Charles De Gaulle e Léon Blum (il dirigente principale del Fronte popolare di sinistra che governò la Francia negli anni ’30, foto). Chávez è stato De Gaulle perché è stato capace di un cambiamento fondamentale delle istituzioni venezuelane ma è stato anche Léon Blum, e con ciò intendo il Fronte popolare, perché ha incarnato la lotta contro l’ingiustizia». E poi Lurel ha proseguito: «sono sicuro che mi sarà rimproverato, ma penso che il mondo guadagnerebbe ad avere molti dittatori come Chávez che, durante 14 anni, ha promosso e rispettato i diritti dell’uomo».
Un endorsement così chiaro per Hugo Chávez da parte di un dirigente del Partito Socialista, membro dell’Internazionale socialista, vicinissimo a François Hollande, nella Francia dove già il Front de Gauche, a sinistra del PS, si era mostrato vicino al leader bolivariano, fa spazio ad un dibattito che finora era stato impossibile in Europa e fa stridere ancora di più il silenzio delle istituzioni italiane. A parte un messaggio, sufficientemente caloroso, di Giorgio Napolitano, il governo Monti non ha inviato nessuno alle esequie (Francia, USA e oltre 60 paesi del mondo, tra i quali sei della zona Euro, invece erano presenti) del presidente di un paese (e un continente) con il quale l’Italia ha storici rapporti. Anche i dirigenti dei partiti di centro sinistra non hanno ritenuto di partecipare al lutto popolare non solo evitando di inviare delegazioni ufficiali ma perfino evitando -a quanto risulta- qualunque dichiarazione. Che la pietra dello scandalo della giustizia sociale rappresentato da Chávez per la sinistra italiana faccia più paura da morto che da vivo?
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