Antonio Di Pietro ci riprova. Nonostante la sconfitta elettorale con Rivoluzione civile, l’ex pm non abbandona la politica, ma anzi rilancia il progetto dell’Italia dei valori annunciando di considerare definitivamente chiusa l’esperienza con Antonio Ingroia che, proprio per oggi aveva annunciato la decisione sul suo ritorno in magistratura. Di Pietro chiede
nuovamente l’alleanza con il centrosinistra abbandonato durante
l’esperienza del governo tecnico di Mario Monti e convoca il congresso straordinario dell’Idv per togliere il suo nome dal simbolo del partito ed eleggere un nuovo segretario dopo le dimissioni “irrevocabili”
da lui presentate il 26 febbraio scorso, al termine di una giornata
elettorale che aveva visto fermarsi Rivoluzione civile al 2,2% dei voti
alla Camera e all’1,8% al Senato.
Nella sua prima apparizione
alla Camera dopo le elezioni politiche, Di Pietro ha annunciato: “Ho
detto al mio amico Ingroia, che abbraccio, che l’esperienza di
Rivoluzione civile non è ripetibile, noi la dichiariamo conclusa e
riprendiamo il cammino”. Al tempo stesso viene “proposto al
centrosinistra un cammino comune, un percorso politico a partire dalle prossime amministrative di maggio, che si terranno in 800 comuni”. Sarà una “alleanza di coalizione
a partire dal Comune di Roma, con l’obiettivo di arrivare insieme alla
prossima tornata elettorale” nazionale, ha proseguito Di Pietro.
“Anche al nostro interno ci deve essere un segno di discontinuità – ha proseguito – un segno netto e profondo come un congresso straordinario“.
Questo si terrà “dal 28 al 30 giugno attraverso un preventivo
tesseramento, che avrà luogo fino al 25 maggio”. Soprattutto bisogna
passare “attraverso il superamento della personalizzazione del partito”. Ragione per cui “il mio nome verrà rimosso dal simbolo dell’Italia dei valori, mentre resterà il gabbiano“. Dal congresso verrà fuori il nome di un “segretario politico”,
mentre lo stesso Di Pietro, che si presenterà come presidente
dimissionario, fa sapere che non intende concorrere alla carica di
vertice, “pur restando il mio impegno”.
Fonte
Nelle intenzioni questo sarebbe dovuto essere il prodotto migliore partorito dalla rivoluzione civile nata dal post Tangentopoli 20 anni fa, c'è di che mettersi le mani nei capelli.
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