Lo spettro dell'ingovernabilità è come quello dello spread: una minaccia
per cuori semplici. Il Belgio è stato senza governo per 535 giorni. Ma
le scelte peggiori imposte dall'Unione Europea le ha fatte tutte.
L'ipotesi della
ingovernabilità politica spaventa dell'Italia può non essere la fine del
mondo evocatia da tanti. C'é infatti un precedente – e proprio nel
cuore dell' Unione Europea - che dimostra come i meccanismi decisionali e
gli automatismi di governo degli apparati europei possano gestire i
singoli stati membri anche in assenza del loro governo nazionale. Dopo
le elezioni del giugno 2010 il Belgio è stato senza un governo per ben
per 535 giorni perché non i partiti non riuscivano a formare una
maggioranza, si è trattato di un record.
Sotto un governo senza
maggioranza, rimasto in carica per gli affari correnti, il Belgio ha
approvato la legge finanziaria, ha nazionalizzato la Dexia (la
principale banca del paese che stava fallendo) ha guidato il semestre di
presidenza della Unione Europea ed ha addirittura partecipato alle
operazioni militari in Libia. Il Belgio ha un debito pubblico elevato
quasi come quello italiano. Non solo. In Belgio agiscono forze
secessioniste che mettono sotto tiro la distribuzione della ricchezza e
la conseguente riforma fiscale. I secessionisti fiamminghi vogliono un
sistema di tasse che premi soprattutto l’economia del nord del Paese,
più ricca e produttiva, rispetto alla Vallonia che oggi che fino agli
Anni ’60, all'epoca delle miniere e dello sviluppo agricolo, era il vero
motore della nazione ma che oggi è più debole economicamente pur
ospitando le istituzioni nazionali ed europee. I più critici evocano per
il Belgio una secessione simile a quella, indolore, che ha diviso la
Repubblica Cecoslovacca in Rpubblica Ceca e Slovacchia. Ma in tutti i
sondaggi i belgi pensano che con una secessione ci sarebbe più da
perdere che da guadagnare.
Le
elezioni di giugno 2010 avevano visto la vittoria dei secessionisti
fiamminghi guidati da Bart De Wever nelle Fiandre e la vittoria dei
socialisti in Vallonia (zona francofona). La situazione ha prodotto uno
stallo politico che non ha trovato soluzioni. La lunga empasse si è
risolta solo nel novembre 2011, quando le agenzie di rating hanno
declassato il Belgio.
La
crisi della banca Dexia e il timore per i rendimenti sui bond a dieci
anni che avevano sfiorato il 6%, con il governo immateriale che
continuava a rimandare l'approvazione della finanziaria aspettando il
governo reale, hanno infine “sbloccato” la situazione e i partiti
trovarono l'accordo sulla legge finanziaria 2012, per abbattere il
deficit eccessivo come chiedeva la Ue, e l'intesa aprì la strada alla
formazione del nuovo governo. Inutile dire che le misure
adottate sono state tutte ispirate all'austerity in materia
previdenziale, lavorativa e sociale, tant'è che in Belgio c'è già stato
uno sciopero generale nel gennaio 2012 e la scorsa settimana sono scesi
in piazza migliaia di lavoratori pubblici che hanno invocato un nuovo
sciopero generale.
Ce n'è abbastanza per trovare tante
similitudini con la situazione italiana e per esorcizzare il terrorismo
sulla ingovernabilità.
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