L'unico governo che ancora non ha protestato con gli Usa per lo
spionaggio dei propri "premier" e diplomatici è l'Italia. Un caso
sublime di servilismo che sembra aver tolto l'uso della parola persino
a dei contafrottole professionali.
Le reazioni delle cancellerie europee sono indignate. Un po' per
obbligo formale - nessuno può essere credibile nel chiedere "sacrifici"
ai propri cittadini se accetta di essere spiato da quello che riteneva
un alleato "liberale e democratico" - un po' perché effettivamente fa
incazzare che l'imperatore ti chieda sempre di dargli una mano e intanto
con l'altra ti frughi in tasca.
Tanto più se è in corso una
"piccola" trattativa sulla costruzione di un mercato comune
transatlantico. Qui la politica c'entra un po' meno, ma il business
moltissimo. Come fai a fare affari con uno che pretende di sapere prima
cosa farai tu, quale prezzo chiederai e quali strategie commerciali vuoi
adottare? Si può anche condividere un'ideologia truffaldina, ma
insomma, non è che mi puoi fregare e che io debba star zitto.
Litigate tra complici, insomma, sull'entità della parte del bottino. Ma almeno litigate.
Il
governo italiano non fa neppure questo. Né sulla sostanza di relazioni
commerciali "deviate" da un monopolio informativo che falsa la normale
contrattazione tra parti diverse. Né, tantomeno, sulla natura
politicamente inaccettabile di un'"alleanza" tanto sbilanciata. Non
resta che una conclusione: sapevano di essere spiati e sono contenti di
esserlo. Non una parola da Letta il Giovane, ma neanche da Letta il
Vecchio. Silenzio assoluto da parte della Bonino (incerta evidentemente
sulla propria identità prevalente: ministro italiano o promoter dell'american way of life
dalle nostre parti?). Tace il super-esternatore Napolitano. Non si è
sentita una parola neppure da Berlusconi, per motivi intuibili. La prova
regina è comunque il silenzio di Renzi. "Oh, ragazzi, far star zitto
uno così ce ne vuole...", direbbe Bersani. A noi sembra evidente che
valga in questo caso il principio del silenzio-assenso: se non
protestano, vuol dire che approvano.
Cavoli loro, si potrebbe dire. E invece no. Sono cavoli nostri.
In
primo luogo perché le politiche economiche fallimentari e gli
sbilanciamenti commerciali ricadono immediatamente sulle nostre spalle;
condizioni di lavoro e salariali peggiori, welfare in dismissione,
salute collettiva a rischio, ecc.
In secondo luogo perché è
impossibile - come paese, ma anche come entità sovranazionale (pensiamo
all'Alba latino-americana, se in Europa diventasse possibile
un'alternativa simile) - sopravvivere dentro certe relazioni
internazionali se non si ha una "classe dirigente" minimamente
dignitosa. Questi piccoli figuri tanto abili nel distribuirsi poltrone e
costruire clientele sono assolutamente nulla sul piano internazionale.
Servi silenziosi di interessi estranei intuiti come superiori, sconfitti
nella testa prima ancora di affrontare non una battaglia, ma una
semplice trattativa. Incapaci quindi persino di far finta di essere
"indignati" davanti a un "alleato" che ti prende manifestamente per i
fondelli e, al tempo stesso, non si fida di te.
Da questa gente non
potrà mai venire nulla di buono, nemmeno per sbaglio. Non possiedono né
la statura né la dignità minime per poterci almeno provare.
Un motivo
di più per spazzarli via definitivamente, con tutte le "formazioni" che
fanno finta di farsi "concorrenza politica" presenti nel Parlamento
attuale.
Fonte
Questo meritava d'essere citato.
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