02/01/2015
La Lituania è entrata nell'euro, più per la geopolitica che per l'economia
La Lituania ha abolito da ieri la sua valuta nazionale, la litas, per aderire all'Euro. Era l'ultima delle repubbliche baltiche, dopo Estonia (2011) e Lettonia (2014) a compiere questa scelta che, anche alla luce della crisi ucraina, assume un significato geopolitico, oltre che economico. In un'intervista rilasciata al Financial Times, il ministro delle Finanze Rimantas Sadzius, aveva descritto l'adesione all'euro come "l'ultima fase di integrazione della Lituania nel mondo occidentale" che ha avuto inizio 10 anni fa con il suo ingresso nella NATO e poi nell'Unione Europea secondo un ordine di priorità che lascia intendere gli scenari più inquietanti. Con i suoi tre milioni di abitanti, questa ex repubblica sovietica, dal 2004 è infatti parte della Nato di cui ospita alcune basi militari sul proprio territorio. Inoltre la Lituania circonda a est l'enclave russa di Kalinin stretta tra Polonia e Ucraina.
Sul piano economico il Wall Street Journal sottolinea l'importante cambiamento che l'ingresso della Lituania porterà nelle procedure di voto alla Banca Centrale Europea. Fino ad ora, tutti i membri del Consiglio direttivo hanno goduto del diritto di voto. Da ieri, invece, il diritto di voto sarà condiviso seguendo il criterio delle dimensioni dei paesi. I cinque maggiori paesi condivideranno quattro voti, mentre i 14 più piccoli 11. Ma, tenuto conto delle piccole dimensioni del paese, il peso della gepolitica appare superiore a quello dell'economia. "L'entrata nell'Euro – ha spiegato in una intervista a Bloomberg il governatore della banca centrale lituana, Vitas Vasiliauskas – è uno strumento per approfondire la nostra integrazione europea: più vicini siamo all'Occidente, più lontani siamo dall'Est. Come governatore della Banca centrale non dovrei intervenire in un dibattito geo-politico ma questa è oggi la situazione".
In Lituania la minoranza russa, rappresenta circa il 6% della popolazione, una percentuale molto minore di quella in Estonia e Lettonia, dove è intorno al 25% e subisce un apartheid di fatto. L’economia lituana è molto legata a quella di Mosca. La Russia gioca infatti un ruolo fondamentale per quel riguarda il settore energetico. Solo il 20% del fabbisogno interno della Lituania è soddisfatto dalla produzione nazionale, mentre l’80% è legato alle importazioni e il 75% dell’energia arriva dalla Russia, da cui Vilnius dipende al 100% per le forniture di gas.
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