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21/01/2015

Yemen - Non regge la tregua, ribelli houthi nel palazzo presidenziale

Almeno nove morti, settanta feriti e una capitale sotto assedio. E’ il bilancio degli scontri scoppiati ieri in Yemen tra l’esercito e i ribelli Houthi, i più sanguinosi da quando questi ultimi hanno preso il controllo della città lo scorso settembre. Nonostante il palazzo presidenziale sia ancora circondato, la tv di Stato occupata da ieri e i ribelli stiano istituendo numerosi posti di blocco intorno a ministeri, sedi dell’intelligence e persino attorno alla residenza del premier Khalid Bahah, il fragile cessate il fuoco annunciato ieri sera sembra reggere, mentre sono in corso colloqui tra i rappresentanti degli Houthi e il presidente yemenita Abd Rabbo Mansur Hadi.

Fonti dell’esercito yemenita hanno dichiarato che gli scontri sono cominciati a causa dell’installazione di un check point degli Houthi vicino al palazzo presidenziale: quando i militari hanno intimato ai ribelli di smantellarlo, questi avrebbero risposto aprendo il fuoco. La versione degli Houthi, invece, rivela che era stato l’esercito ad aprire il fuoco sul posto di blocco istituito dai ribelli. La battaglia è continuata fino al tardo pomeriggio, quando le parti hanno deposto le armi per rispettare una debole tregua negoziata a fatica.

La tensione tra il governo e gli Houthi era alle stelle da sabato scorso, quando un gruppo di ribelli aveva sequestrato il capo di gabinetto del presidente Hadi – nonché segretario generale del dialogo nazionale – Ahmad Awad bin Mubarak come “misura preventiva” per evitare che l’accordo tra il gruppo, eterno escluso dal potere, e il governo firmato lo scorso settembre – e mai veramente implementato – venisse rotto. Il giorno prima, infatti, Salah al-Sammad, uno dei due consiglieri houthi nominati dal presidente secondo l’accordo si era dimesso perché le sue proposte venivano costantemente ignorate.

Secondo quanto riporta l’Associated Press, in queste ore il presidente Hadi cercherà di negoziare con il rappresentante Houthi la formazione di una commissione di 85 membri che avrà il compito di delineare la futura federazione yemenita come indicato nella bozza di Costituzione: “Oggi – sono state le parole di Hadi riportate dall’agenzia di stato Saba – siamo a un bivio: essere o non essere”. Gli Houthi, contrari a un progetto di confederazione che, secondo loro, lascerebbe intere regioni e fazioni lontane dalla partecipazione politica, in pochi mesi si sono fatti strada dall’estremo nord ovest del Paese – dove in passato a ogni manifestazione sono stati repressi dalle autorità anche con l’aiuto dell’Arabia Saudita, ndr – fino alla capitale Sanaa. Hanno poi conquistato il porto di Hodeidah e minacciano di muovere sulla regione petrolifera di Maarib, se il Dialogo Nazionale non sortisse una soluzione condivisa da tutte le fazioni.

AGGIORNAMENTO ORE 15 – Nonostante la tregua e i colloqui in corso, fonti del governo yemenita hanno confermato che i ribelli sarebbero entrati all’interno del palazzo presidenziale dopo una colluttazione con le guardie all’esterno.

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