Il Cavaliere annuncia che, nonostante lo schiaffo preso per il Quirinale, lui starà ai patti e continuerà sul cammino delle riforme istituzionali. Dunque, evviva: il Nazareno è risorto! E’ davvero così? Direbbe un noto personaggio storico “Ma quante divisioni ha il Cavaliere?”. Forse fare l’inventario dei danni subiti potrebbe essere utile al Napoleone di Arcore.
In primo luogo la fronda parlamentare: secondo l’Espresso, i deputati che hanno “tradito” votando Mattarella, sarebbero 43 (25 deputati e 18 senatori) in buona parte “fittiani” ma non tutti, ad esempio ci sarebbe fra i “traditori” anche Denis Verdini che ormai è più vicino a Matteo che a Silvio. Né sappiamo se tutti i fittiani hanno votato Mattarella o hanno disperso il voto su altri Candidati (Feltri, ad esempio) o votato scheda bianca. Di fatto, Fi aveva 142 voti teorici, mentre le schede bianche sono 105 e probabilmente includono parlamentari di altri gruppi. Dunque, per ora è difficile dire quanti siano i voti su cui il Cavaliere può effettivamente contare al momento del voto sulle riforme: alcuni dei “traditori” (Verdini & c.) rientreranno per lealtà a Renzi, non a lui, ma altri, fra quanti hanno votato scheda bianca, potrebbero distaccarsene.
Il conto finale potrebbe dare qualche sorpresa: ad esempio, al Senato potrebbe mancare la maggioranza dei 2/3 necessaria ad evitare un referendum confermativo. Se poi, per una volta, la sinistra Pd (quella “grossa” non quella di testimonianza di Civati che siamo sicuri voterà contro) dovesse essere coerente e mettersi di traverso le cose potrebbero mettersi male al Senato anche per il voto sulla legge elettorale. E’ probabile che Renzi tratterà Bersani, Cuperlo e gli altri come scarpe vecchie, dopo aver superato la scadenza quirinalizia, a quel punto, la temperatura interna al partito ricomincerebbe a salire. In ogni caso, non è detto che Berlusconi possa essere determinante questa volta come lo è stato una decina di giorni fa. Anche perché Fi è ancora in piena tempesta e rischia seriamente di frantumarsi di fronte ad una placida ripresa delle intese con Renzi.
Qui, peseranno anche i sondaggi che ci diranno a che quota Fi è scesa. Nelle ultime tornate, la Lega di Salvini era a circa un punto da Fi ormai collocata intorno al 13%. Ora vedremo quale è l’impatto sull’elettorato di questa sconfitta del Cavaliere. Se poi dovesse aggiungersi una scissione di Fitto, il “sorpasso” sarebbe garantito ed, a quel punto, la trappola del “voto utile” si rivolgerebbe per la prima volta contro il Cavaliere. Di accordi con la Lega, se continua sulla strada dell’intesa con Renzi, non se ne parla nemmeno ed il recupero di quel paio di punti che Alfano (forse) può portargli non servirebbe a collocarlo al quadro opposto, fuori dal ballottaggio. Peraltro, siccome si scatenerebbe lo scontro fra M5s e Lega per chi va al secondo turno (stiamo ragionando nell’ipotesi che si voterà con l’Italicum) Fi subirebbe il richiamo del “voto utile” a favore della Lega. Non mi pare che stia messo bene e già lo vedremo alle regionali, soprattutto nelle regioni meridionali dove Fitto può fargli molti danni. E non è neppure detto che si debba aspettare tanto: c’è un vecchio detto che ammonisce che “quando la nave affonda, i topi scappano” e Fi è una nave piena di “Schettino”.
Poi c’è il danno d'immagine che è il meno riparabile di tutti: Berlusconi per 20 anni ha costruito il suo successo su una immagine di “vincente”, di gatto della nove vite che cade sempre sulle zampe. Ma dopo la raffica di sconfitte di questo anno e mezzo (la condanna, la decadenza da senatore, la sconfitta alle europee, le contestazioni interne ecc.) di quella immagine non è rimasta l’ombra e questa ennesima tranvata lo conferma come “loser”, perdente. E certamente l’età non aiuta perché ad 80 anni nessuno può realisticamente coltivare progetti di rivalsa in un imprecisato futuro.
Infine c’è una sconfitta politica: Renzi gli ha dimostrato di poter mettere insieme una maggioranza neppure tanto risicata, senza di lui. E’ un bluff, lo sappiamo, perché, a cominciare da Sel molti che oggi hanno votato Mattarella, non è detto che possano far parte di una immaginaria futura maggioranza di governo, soprattutto al Senato, ma quello che conta è l’immagine, per cui Renzi ormai tratta anche lui come una scarpa vecchia ed, in queste condizioni, il Cavaliere non può chiedere molto. Tanto più che ha il problema di salvare il suo impero finanziario dall’assalto dei suoi concorrenti.
Infine, il Cavaliere a breve dovrà vedersela anche con altre sfide come la coalizione che sta cercando di mettere su Passera: forse un aborto, comunque qualcosa che prenderà voti proprio nell’area di pescaggio fra Fi, Scelta civica, Fermare il Declino e Casini che è quella su cui punta lui.
Insomma, non vorrei essere troppo ottimista, ma ho l’impressione che questo sia davvero il capolinea del treno berlusconiano. Dopo di che può darsi che il Nazareno riprenda, nel senso che forse (forse!) i voti residui di Fi basteranno a far passare le orrende riforme istituzionali renziane, ma sarà più opera di una eventuale resa della sinistra Pd che merito suo.
E in definitiva, un Nazareno con un Berlusconi moribondo, quanto pesa in prospettiva?
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