Le prime indiscrezioni che riportano l’ipotesi di centinaia assunzioni in alcuni settori operativi di Alitalia-Sai sono solo l'ennesima conferma che il trasporto aereo, inteso come sistema di vettori e aeroporti, è in oggettiva crescita. Si parte dal più importante dato di sviluppo osservato nell’hub di Fiumicino, che nel primo trimestre 2015 registra un incremento del 8% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Questa è la risposta che serve alla forte domanda di occupazione dopo che le ristrutturazioni, avvenute dal 2008 in poi, hanno generato migliaia di licenziamenti.
Alitalia-Sai è la prima delle imprese che ha bisogno strutturale di addetti nei settori operativi, soprattutto in quello handling. La realtà è che, dopo i licenziamenti imposti nel 2014, i lavoratori preposti con contratti a tempo indeterminato sono insufficienti, mentre circa 1000 precari vengono stabilmente utilizzati a rotazione nei vari servizi aeroportuali: dal check in alle operazioni al gate d'imbarco fino al caricamento bagagli, ai nastri, alla movimentazione finger. Questo fenomeno è identico in analoghi settori di moltissimi aeroporti.
L’USB da sempre ripete che il lavoro in questo settore c'è. Le aziende ed il Governo hanno la responsabilità di gestire migliaia di lavoratori licenziati dopo il 2008 dalla Lai e nel passaggio successivo da Cai a Sai, senza contare le molte altre crisi susseguitesi in decine di altre aziende, da Argol a Groundcare.
La Regione Lazio sta lanciando il primo bando per il contratto di ricollocazione per 1.200 persone uscite da Cai, che tuttavia rischia di essere uno spot fine a se stesso se non accompagnato da un accordo di programma per tutti. Per questo l’USB ritiene urgente l'avvio di un tavolo interministeriale per la definizione della politica di ricollocazione diretta dei licenziati negli aeroporti e chiamerà i mobilitati del trasporto aereo a una manifestazione sotto i ministeri interessati.
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