Presentazione


Aggregatore d'analisi, opinioni, fatti e (non troppo di rado) musica.
Cerco

13/07/2015

Libia - Firmato il piano di pace dell'ONU senza il governo di Tripoli

Un accordo di pace per la Libia proposto dall’Onu è stato firmato sabato sera in Marocco nonostante il boicottaggio del parlamento non riconosciuto di Tripoli. “E’ soltanto un passo, ma è un passo davvero importante per raggiungere la pace” ha dichiarato l’inviato dell’Onu Bernardino Leon parlando ai giornalisti a Skhirat, la località marocchina in cui sono avvenute le trattative di pace.
 
La soddisfazione di Leon appare esagerata. L’accordo, infatti, è stato raggiunto solo con i membri del parlamento riconosciuto internazionalmente di Tobruq (nell’est della Libia), con alcuni gruppi della società civile e con alcune municipalità, ma non con la capitale. Tra i firmatari, tuttavia, ci sarebbero anche alcuni rappresentanti delle municipalità di Tripoli e della città di Misurata che sono alleati con Alba libica, l’alleanza islamista che guida il Congresso Nazionale generale (Gnc), ovvero il parlamento non riconosciuto internazionalmente che ha sede nella capitale.

Il Gnc ha rifiutato al momento il piano Onu, ma non ha escluso di poter raggiungere una intesa in un prossimo futuro. “Stiamo ancora dialogando, non capiamo perché c’è fretta di firmare prima che tutte le parti concordino” ha detto Mowafaq Hawas, rappresentante del Congresso nazionale presente a Skhirat.

La quinta bozza di risoluzione presentata a inizio giugno dall’Onu non soddisfa né Tripoli né importanti rappresentanti politici di Misurata. I motivi del dissenso sono essenzialmente due: il numero dei membri del Gnc in un nuovo “Consiglio di Stato” sarebbe notevolmente ridotto e lo stesso consiglio diventerebbe un corpo consultivo su richiesta del governo di Tobruq. In secondo luogo Alba libica sostiene che la bozza attuale legittima l’esercito nazionale libico (Lna) guidato da Khalifa Haftar e non esclude il ruolo predominante dell’Lna negli apparati di sicurezza dello stato una volta pacificato.

Problemi non facili da risolvere per l’inviato Onu Leon che, comunque, si è mostrato conciliante con Tripoli. “La porta resta aperta per quei gruppi che non erano presenti [a Skhirat]” ha detto aggiungendo che gli altri temi spinosi saranno discussi al termine del mese sacro di Ramadan. Tra questi, ci dovrebbe essere anche il “rispetto dell’apparato giudiziario” ovvero la decisione della Corte Suprema secondo cui il parlamento di Tobruq eletto nel 2014 è illegittimo.

Le violenze, intanto, non si fermano nel Paese. Ieri 4 persone sono state uccise da un missile caduto in una zona residenziale di Bengasi nella parte orientale del Paese. Sebbene l’attacco non sia stato ancora rivendicato da nessun gruppo, è molto probabile che sia opera dello Stato Islamico (Is) che da più di un anno combatte in città l’esercito e alcuni gruppi di residenti armati.

Nei violenti combattimenti tra i soldati libici e i combattenti jihadisti (in corso in città dallo scorso mercoledì) sono state uccise finora 19 persone. L’esercito sta riguadagnando lentamente il terreno perso lo scorso anno, ma sacche jihadiste sono ancora presenti in alcuni quartieri.

Intanto, secondo il il Wall Street Journal, Washington starebbe pensando di posizionare in una base militare libica alcuni droni nel tentativo di monitorare le attività dello Stato Islamico in Libia. “Questa base – ha detto un funzionario statunitense al quotidiano – colmerebbe le lacune su quanto sta accadendo in Libia”. Il Wall Street Journal, infatti, scrive che i droni darebbero all’esercito e all’intelligence statunitensi informazioni in tempo reale sulle attività dei fondamentalisti islamici.

Fonte

Nessun commento:

Posta un commento