Presentazione


Aggregatore d'analisi, opinioni, fatti e (non troppo di rado) musica.
Cerco

20/04/2016

Per quest'anno non cambiare stessa Isis stesso mare

La Bild Zeitung, una decina d’anni fa circa 5 milioni di copie vendute al giorno adesso in calo, è un quotidiano il cui stile è riconoscibile da sempre. Luoghi comuni, fatti distorti fino ad essere irriconoscibili, notizie sparate in libertà. Insomma una sorta di Libero e della fu Padania assieme, con una tiratura di grande massa.

Con l’approssimarsi dell’estate, e quindi della stagione turistica, la Bild ha messo sulla scena un nuovo personaggio: l’Isis. Ma non sulle spiagge tunisine od egiziane, in fondo si tratta di materiale destino a passare presto in secondo piano, ma direttamente sulle spiagge europee. Un modo per tornare ai bei tempi di cinque milioni di copie vendute al giorno.

In effetti la notizia potrebbe essere grossa: secondo la Bild, kamikaze dell’Isis potrebbero farsi esplodere sulle spiagge europee. Obiettivi degli attentatori sarebbero le spiagge di Italia, Spagna e Francia (seconda, prima e terza meta del turismo tedesco in Europa). Le informazioni a riguardo arriverebbero, secondo la Bild, “dall’Africa”. Certo fa molto esotico questa affermazione però ci vorrebbe qualcosa in più per prendere sul serio la cosa. Il bello che la stessa Bild, contesta alla BBC, di essere stata troppo superficiale, per niente giornalistica, e di aver esagerato sull’affogamento dei profughi somali vicino alle coste italiane. Ma si sa, c’è Africa, quella che fa comodo come mito di luogo di pericoli, e Africa, quella che fa comodo contestare come terra di notizie inattendibili.

I militanti Isis sarebbero pronti a usare armi e esplosivo fra lettini e ombrelloni delle spiagge italiane, scrive ancora la Bild, in una sorta di edizione Jihad di sapore di sale. Un alto funzionario della sicurezza tedesca afferma, secondo la Bild: «Potrebbe darsi [si noti il condizionale, ndr] che in questo modo l’Isis concepisca una nuova dimensione di terrore. Le spiagge non possono essere protette». Dal condizionale, far parlare un funzionario di polizia su una minaccia vaga per costruire una notizia, si passa alle smentite. Sono le stesse fonti italiane, i servizi, chiamate in causa che smentiscono: «Non c’è nessun allerta di questo tipo». Come smentisce il Copasir assieme a qualsiasi altra fonte ufficiale che nega un allarme spiagge.

Certo, bisogna dirlo, neanche la Lega è quella di una volta. Magari tra qualche giorno Salvini riprenderà la notizia, ma ai tempi di Bossi, che è campato di questo genere di allarmi, sarebbero già fiorite le stupidaggini via Ansa, pronte le interrogazioni parlmentari e le ordinanze comunali. La bufala degli extracomunitari che, invece della tradizionale mercanzia estiva, nasconderebbero armi potenzialmente potrebbe diventare una bolla sui social di quelle che vanno forte.

Il punto però è che la Bild pesca bene. L’allarme Isis è talmente indefinito e generico, che anche una notizia palesemente gonfiata con gli estrogeni può trovare ascolto. Questo è un eco delle stragi di Parigi e Bruxelles, della propaganda del califfato e dell’allarme “stato di emergenza infinito” nel quale vivono i media. Basta quindi lanciare un’idea – la bomba sulle spiagge, alla torre di Pisa, nel museo dei bronzi di Riace – e tutto diventa verosimile, possibile anzi, probabile. Per cui l’allarme dei media sale, producendo panico permanente nel corpo sociale.

Quindi, per paragrafare l’hit storico di Piero Focaccia, per quest’anno non cambiare, stessa Isis stesso mare. Così calippo, califfo, ombrelloni, venditori ambulanti, abbronzanti e kamikaze si confondono, rendendo impossibile la distinzione tra comico, banale e tragico. In fondo, si sa, è dalla confusione degli stili che nascono le novità.

Redazione, 19 aprile 2016

Fonte

Nessun commento:

Posta un commento