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29/04/2016

Iran - Al voto per i ballottaggi delle parlamentari

Urne aperte oggi fino alle 18 (ora locale) per quasi 17 milioni di iraniani per i ballottaggi delle elezioni parlamentari di febbraio. In ballo vi sono 68 seggi (sui 290 totali del parlamento) che stabiliranno definitivamente chi, tra le forze moderate o quelle più restie ad un riavvicinamento con l’Occidente, controllerà la prossima legislatura nella Repubblica Islamica. Due mesi fa un blocco di riformisti vicini al presidente Rouhani ha ottenuto la maggioranza dei voti (106 seggi a fronte dei 64 conquistati dai radicali e 52 dagli indipendenti). A febbraio un peso fondamentale lo hanno avuto i giovani sotto i 35 anni (oltre il 60% della popolazione) e le donne che hanno visto nel tandem riformista-centrista l’opzione per un’ulteriore apertura del Paese dentro e fuori i confini.

Nel primo turno il voto fu duplice: oltre al votare per il parlamento (il Majlis) i cittadini furono chiamati anche ad eleggere i membri dell’Assemblea degli Esperti, il corpo che nomina il leader supremo. Nella provincia di Teheran, la più popolosa del Paese, i riformisti hanno vinto tutti e 30 i seggi parlamentari disponibili e 15 dei 16 seggi disponibili all’Assemblea degli Esperti (sugli 88 posti complessivi). Un risultato, quest’ultimo, molto importante perché mai come questa volta – affermano molti analisti – è alta la possibilità che i nuovi membri eletti potrebbero partecipare all’elezione del successore dell’attuale Guida Suprema, l’Ayatollah 76enne Alì Khamenei, ormai malata da tempo.

I risultati delle votazioni rappresentano il primo test per Rouhani dopo l’accordo sul nucleare raggiunto con le grandi potenze (tra cui gli Usa) nei mesi scorsi. Sebbene il voto parlamentare di fatto non produca grandi cambiamenti nelle politiche iraniane, è tuttavia vero che un risultato convincente delle forze riformiste potrebbe rafforzare la figura di Rouhani e, di conseguenza, favorire le sue riforme in ambito sociale ed economico. I moderati, che si presentano ai ballottaggi di oggi con 58 candidati, hanno bisogno di ulteriori 40 seggi per potersi assicurare il controllo del nuovo parlamento. Indipendenti e falchi presentano complessivamente 78 candidati. Ciascun parlamentare eletto resta in carica 4 anni. Secondo quanto ha dichiarato il ministro degli interni, Abdolreza Rahmani Fazli, i risultati delle votazioni si dovrebbero conoscere sabato. I lavori parlamentari inizieranno invece a fine maggio.

Negli ultimi giorni molte figure di spicco del mondo politico e religioso iraniano hanno esortato i cittadini a recarsi alle urne. Tra questi, anche l’Ayatollah Khaminei. ”L’importanza dei ballottaggi – ha dichiarato mercoledì – non è inferiore a quella del primo turno [di febbraio]. Abbiamo bisogno che tutti partecipino. Il voto è decisivo”.

Inviti simili sono stati fatti dai principali schieramenti politici. In particolare da quello riformista che considera (non a torto) le elezioni di oggi un vero e proprio referendum sulla politica di distensione con l’Occidente portata avanti dal presidente iraniano e dal ministro degli esteri Zarif che è culminata con l’accordo sul nucleare.

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