Sarebbero
circa 50 i civili rimasti uccisi nelle ultime ore in bombardamenti
governativi e cannoneggiamenti dei ribelli su Aleppo: oltre 30 in un raid aereo che ha colpito un ospedale gestito da Medici Senza Frontiere e dalla Croce Rossa Internazionale, almeno altri 14 sotto il fuoco delle armi pesanti delle formazioni ribelli che combattono contro Damasco.
Le fonti locali vicine all’opposizione siriana affermano che aerei governativi avrebbero colpito
l’ospedale al Quds e diverse abitazioni circostanti nel quartiere di
Sukkari, nella parte di Aleppo sotto il controllo dei ribelli e dei
qaedisti di al Nusra. Il bilancio pare destinato a salire a
causa dell’alto numero di civili gravemente feriti. Medici Senza
Frontiere riferisce che tra i morti ci sono 14 medici e pazienti, tra i
quali l’ultimo pediatra, il dottor Wassim Maaz, che operava da anni in
quella parte della città.
L’Osservatorio nazionale per i diritti umani in Siria (Ondus),
anch’esso legato all’opposizione anti-Damasco, aggiunge che 139 civili
sarebbero morti sotto le bombe sganciate da elicotteri e caccia
governativi negli ultimi sei giorni. Tra i morti si conterebbero 23 tra
bambini e adolescenti e 15 donne.
Morti civili avrebbero fatto anche le armi pesanti delle
forze schierate contro Damasco. Almeno 14 secondo la tv di stato siriana
che ha riferito di un cannoneggiamento sui quartieri di Aleppo
controllati dall’esercito governativo. I feriti sono almeno 10.
L’attacco potrebbe essere stato una rappresaglia per i raid aerei
governativi.
Le ultime stragi di civili compiute dalle parti in lotta confermano
la fine definitiva del cessate il fuoco entrato in vigore nelle
settimane passate e che aveva regalato alla Siria un raro periodo di
calma relativa nelle aree principali di scontro tra forze governative e
formazioni ribelli. Non è chiaro peraltro se i negoziati sotto
l’egida dell’Onu per una soluzione politica della guerra civile
riprenderanno il mese prossimo o sono destinati a saltare
definitivamente.
Intanto lo Stato islamico, smentendo le notizie che circolano
di un suo presunto indebolimento avvenuto negli ultimi mesi, è tornato
all’offensiva in Siria. In particolare nel nord dove ha
strappato cinque villaggi ai milizioni dell’Esercito libero siriano
(Els, la milizia dell’opposizione “moderata”) e si è avvicinato alla
città di Azaz, nei pressi della frontiera con la Turchia. Nei
combattimenti sarebbero rimasti uccisi otto miliziani ribelli, nove
dell’Isis e 20 civili. La città di al Azaz, che ospita decine di
migliaia di profughi interni, è sotto il controllo dell’Els.
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