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21/04/2016

Acqua pubblica: Pd e governo affossano i referendum


Con 243 voti favorevoli, 129 contrari e 2 astenuti, ieri sera l’aula di Montecitorio ha approvato il ddl sulla tutela, il governo e la gestione pubblica delle acque. Il provvedimento passa ora all’esame del Senato.

Il testo della proposta di legge, modificato in commissione Ambiente, stabilisce che il servizio idrico integrato viene considerato un servizio pubblico locale di interesse economico generale assicurato alla collettività, che può essere affidato anche in via diretta a società interamente pubbliche, in possesso dei requisiti prescritti dall’ordinamento europeo per la gestione ‘in house’, comunque partecipate da tutti gli enti locali ricadenti nell’Ato (ambito territoriale ottimale). Modalità di affidamento per la quale, a seguito di un emendamento approvato dall’aula, è caduta la formula ‘in via prioritaria’.

Terminata la discussione generale e avviate le dichiarazioni di voto dai banchi del Movimento 5 Stelle e di Sinistra italiana sono apparse bandiere e striscioni con la scritta: “Acqua pubblica”. Nello stesso momento dalle tribune rispondevano alcuni esponenti del Forum italiano dei movimenti per l’acqua, sempre con sventolii di bandiere a favore del rispetto dell’esito dei referendum del 2011.

Il presidente di turno della Camera, Roberto Giachetti ha dovuto richiamare all’ordine diverse volte ospiti e onorevoli, chiedendo agli assistenti parlamentari anche di sgombrare le tribune, decidendo alla fine, subito dopo il voto, di sospendere la seduta.

Di seguito il duro comunicato emesso dal Forum Italiano dei Movimenti per l’Acqua:
Oggi la legge sulla gestione pubblica del servizio idrico è stata finalmente discussa e approvata alla Camera, a distanza di circa 9 anni dal suo deposito corredato da oltre 400.000 firme.

Peccato che il testo approvato sia radicalmente diverso, nella forma e nei principi, di quello proposto dal Forum Italiano dei Movimenti per l’Acqua.

PD e maggioranza hanno stravolto il testo a partire dall’articolo 6 che disciplinava i processi di ripubblicizzazione. Oggi è caduta anche l’ultima foglia di fico dietro la quale il PD aveva provato a nascondersi. Infatti, la Commissione Bilancio ha cancellato la via prioritaria assegnata all’affidamento diretto in favore di società interamente pubbliche.

Un disconoscimento palese e spudorato che ribalta il senso di quella legge sottoscritta da 400mila cittadini e aggiornata alla luce dei risultati del referendum popolare del 2011.

Il risultato di oggi è solo la cronaca di una morte annunciata, già nei giorni scorsi infatti molti dei deputati dell’intergruppo parlamentare per l’Acqua Bene Comune avevano ritirato la firma da un provvedimento che stravolgeva il senso.

La cancellazione della volontà popolare di 27 milioni di italiani che si espressero in favore dell’acqua pubblica ai referendum arriva a pochi giorni dalla tornata referendaria del 17 aprile, sulla quale la maggioranza di Governo ha fatto campagna per l’astensionismo, il disconoscimento di un percorso di partecipazione come quello sulla gestione pubblica del servizio idrico rappresenta un preoccupante segnale per la democrazia nel nostro paese.

Il movimento per l’acqua continuerà la sua battaglia contro questa legge anche nel passaggio al Senato e lancia contro i provvedimenti del Governo Renzi, a partire dal ddl Madia, una petizione nazionale insieme ai referendum sociali.

Roma, 20 Aprile 2016.

Forum Italiano dei Movimenti per l’Acqua
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