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18/04/2016

La satira di Angela

di Carlo Musilli

Quando il potere si occupa di satira dimostra la propria fragilità con un’efficacia superiore a quella di mille comici. Ne sa qualcosa la Cancelliera tedesca Angela Merkel, che da giorni viene massacrata sui giornali di mezzo mondo per aver autorizzato un processo penale contro un saltimbanco, cedendo al ricatto di Recep Tayyip Erdogan.

Il caso riguarda Ian Bomermann, comico tedesco famosissimo in patria che si è preso gioco del presidente turco con una serie di battute volgari. Durante il programma “Extra 3”, trasmesso dall'emittente pubblica NDR, Bomermann ha recitato una poesiola in cui definiva Erdogan un “idiota di professione” che “prende a calci i curdi e picchia i cristiani mentre si dedica alla pedopornografia” e al sesso con pecore e capre. Il Presidente turco lo ha querelato per diffamazione, definendo la trasmissione “inaccettabile” e chiedendo una punizione per l’attore, che secondo Ankara sarebbe colpevole di aver insultato “anche 78 milioni di turchi”.

Fin qui nulla di sorprendente, considerando l’attitudine fascista del regime turco nei confronti delle libertà di opinione e di espressione. L’aspetto grottesco della vicenda si concentra in un dettaglio tecnico: Ankara chiede che il comico sia processato in Germania in base a una legge tedesca che punisce con una pena da uno a tre anni chi lede l’onore di un capo di Stato. Si tratta di una legge del 1871 (anno dell’unificazione della Germania) e l’ultimo a chiederne l’applicazione era stato nientemeno che lo scià di Persia, contestato durante una visita a Berlino nel 1967. Per quanto suoni inverosimile, la norma esiste ancora e la cancelliera ha scelto di applicarla contro Bomermann.

“Ho deciso di prendermi una piccola pausa televisiva – ha scritto il comico su Facebook, annunciando la sospensione del suo spettacolo – in modo che il pubblico possa concentrarsi sulla cose veramente importanti, come la crisi dei rifugiati, le videochat in diretta e la vita sentimentale di Sophia Thomalla, attrice e modella tedesca”.

L’aspetto che più colpisce della vicenda è la gestione disastrosa da parte di Merkel. Siccome per applicare la legge in questione è necessario il via libera del governo alla magistratura, prima la cancelliera ha avocato a sé la decisione (in teoria di competenza del ministro degli Esteri, che però era contrario), poi ha dato lei stessa il via libera, suscitando l’indignazione della stampa e dei socialdemocratici, i quali hanno colto l’occasione per risalire nei sondaggi.

“Sono per la satira ma in questo caso deve decidere la magistratura – ha detto Merkel – nello Stato di diritto non è di competenza del governo, ma della magistratura e dei processi decidere del diritto della persona lesa e di altre questioni sulla libertà di stampa”. La Cancelliera ha anche aggiunto che Berlino si prepara a eliminare dal codice penale la famigerata legge ultracentenaria.

Difficile immaginare una chiosa migliore per un’autodifesa così imbarazzante e imbarazzata, che racchiude in poche parole tutte le contraddizioni possibili. Se Merkel è per la satira, perché non la difende, visto che le è consentito dalla stessa legge? Se invece sono i magistrati a doversi occupare di queste vicende, perché abolire la legge?

Il problema della Cancelliera è che nessuno ha creduto ai suoi scrupoli giudiziari. Tutti, al contrario, hanno capito che si è semplicemente piegata al volere di Erdogan, da sempre ipersensibile alle critiche. Del resto, in Turchia si viene arrestati per molto meno di quello che ha detto Bomermann.

Ma perché tanto riguardo? La deduzione più ovvia è che Merkel voglia accontentare la Turchia per non rischiare di rimettere in discussione il faticoso accordo Ue-Ankara sui migranti.
Qualche settimana fa l’Europa si chiedeva se, pur di arginare l’arrivo dei rifugiati, fosse il caso di siglare un’intesa con un Paese che non rispetta i diritti umani, a cominciare da quello d’espressione. Il dibattito è stato breve e la risposta affermativa, principalmente perché la barriera turca è fondamentale per tenere sotto controllo il flusso di migranti verso il Nord Europa in generale e la Germania in particolare.

Alla fine, il governo tedesco ha scelto di tutelare quell’accordo vergognoso piuttosto che una delle libertà fondamentali su cui si basa la sua stessa Costituzione. Ancora una volta, Berlino ha dato prova di essere mossa da un pragmatismo senza scrupoli che non attribuisce alcuna importanza alla dignità dei singoli. Oltre che, ma questo era già noto, di avere gravi problemi con l’umorismo.

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