Tutti i Tg di regime – con le nuove nomine iper-renziane alla Rai, lo si può dire con certezza – e tutti i giornali mainstream ci hanno intrattenuto fino alla noia con le immagini, effettivamente commoventi, dell’abbraccio in piazza, a Taranto, tra una manifestante colpita da un tumore e un poliziotto in assetto antisommossa che ne era per sua fortuna uscito vivo.
A farli riconoscere reciprocamente come esseri umani di questo paese non c’era altro che un cartello e un numero – codice 48, appunto – che identifica i malati di tumore secondo le definizioni del servizio sanitario nazionale, unica e ultima difesa pubblica in un mondo privatizzato, invivibile, mortale.
Le immagini e la retorica sembravano descrivere un angolo felice in questo mondo, in cui non solo lo Stato si prende materialmente cura dei suoi cittadini a rischio di vita (indipendentemente dall’essere un poliziotto pronto a menar le mani su un corteo pacifico oppure un/a manifestante), ma promette di fare ancor meglio in futuro.
Nulla di tutto ciò. Una volta era così, ora c’è la #buonasanità. Dietro quella retorica c’è uno storytelling che deve nascondere una realtà esattamente opposta. Eccovi, per i dettagli, la situazione nella testimonianza battagliera di Daniela Cortese, delegata sindacale Usb in Telecom.
Allora, dopo una malattia importante perdi il diritto al codice 48 per l’esenzione dal ticket perché nel frattempo (dieci anni) non sei morta. Quindi ti fai tutta la prevenzione necessaria negli anni, specie se hai avuto una recidiva, ma ti paghi tutto perché, giustamente, continuare a vivere diventa un lusso. Ma non finisce qui, siore e siori!
Infatti la Regione Lazio ha deciso di complicare la prenotazione delle visite legate alla nostra prevenzione e, laddove si prenotava e si accedeva al reparto direttamente con l’impegnativa (fatta dallo stesso reparto o dal tuo medico curante), ora devi andare lo stesso al reparto oncologia dell’ospedale, ma ti devono consegnare un modello da compilare, che il reparto invierà al CUP, che ti risponderà dopo 48 ore al max e, in base ad una scala di valori della tua visita di controllo (molto basso, basso, medio, medio alto, alto, urgente e chissà quanti altri ancora) decideranno tempi e modi della prenotazione della tua visita.
Scusateci se non siamo morti. Ma non sperateci.
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