A Napoli, come scrisse, pio e caritatevole, “il Mattino” del 27 gennaio 2016, “sono circa 200 le chiese chiuse e abbandonate ma non si riesce ad aprirle nonostante l’appello di Bergoglio a dare un tetto e un inizio di dignità a queste persone che sono costrette a stare in strada”. Da allora tutto è rimasto com’era e tutti hanno fatto orecchie da mercanti.
Sordi in particolare si sono mostrati i Padri redentoristi i quali, tradizionalmente devoti alla Madonna del Soccorso, di soccorrere la povera gente non vogliono nemmeno sentir parlare. Invano perciò i giovani dell’ex Opg Je so pazzo li hanno sollecitati a riaprire la Chiesa e il convento di Sant’Antonio a Tarsia, che chiusero anni fa.
Benché l’invito rimandasse proprio alle parole di Papa Francesco, risposte non ne sono mai venute e alla fine, per ospitare i sempre più numerosi disperati che, nel gelo delle notti invernali, rischiano la vita abbandonati a se stessi, i giovani dell’ex Opg i locali li hanno occupati.
Credete che i santi Padri, dopo l’inspiegabile silenzio, abbiano fatto buon viso a cattivo gioco e si siano aperti al dialogo? Se lo pensate, sbagliate. Incuranti della Madonna del Soccorso, delle opere di Misericordia e di quella giustizia sociale senza la quale la legalità è solo un’autentica prepotenza, i Padri, sostenuti dal “Mattino”, lo stesso, smemorato giornale che tempo fa aveva messo il dito nella piaga, hanno messo mano alla carta da bollo, appellandosi al diritto di proprietà, che gli consente di vendere il convento.
Ecco spiegati il silenzio e le orecchie da mercanti.
Il “Mattino” e i Padri redentoristi, devoti a una sempre più sconcertata Madonna del Soccorso, dovrebbero saperlo che “Gesù entrò nel tempio, scacciò tutti quelli che vi trovò a comprare e a vendere e disse loro: la mia casa sarà chiamata casa di preghiera, voi invece ne fate una spelonca per affaristi”.
Com’è noto, di fronte alla verità che è rivoluzionaria, i sommi sacerdoti e gli scribi ebbero paura e decisero che quel giovane predicatore dovesse morire. Se avessero lasciato che parlasse, il popolo, ammirato del suo insegnamento lo avrebbe seguito. Come sacerdoti e scribi, il “Mattino” e più in generale il baraccone mediatico che non parla mai di “Potere al Popolo” e se lo fa è solo per colpire, temono che questo movimento, apparentemente nato dal nulla, ma figlio di un enorme bisogno di buona politica e di democrazia, metta pericolosamente a rischio la legalità nemica della giustizia sociale sulla quale poggia un potere politico che rappresenta poco più che se stesso e ha distrutto il Paese.
E’ per questo che di “Potere al Popolo” o non si parla o si parla male. Per questo si fa da cassa di risonanza dei Padri redentoristi, che, come i sommi sacerdoti, gli scribi e gli anziani puntano il dito contro la loro stessa guida spirituale, quel Papa Francesco, di cui tutti si riempiono la bocca e nessuno ascolta i comandi.
“Con quale autorità fate queste cose? O chi vi ha dato l’autorità di farlo?”, chiesero i sacerdoti a Gesù Cristo e lui risposte: “Vi farò anch’io una domanda e, se mi risponderete, vi dirò con quale potere lo faccio. Il battesimo di Giovanni veniva dal cielo o dagli uomini? Rispondetemi”. Non seppero che dire.
Così non sanno rispondere a noi, quando gli domandiamo: “Voi con chi sareste stati nel processo che condannò Gramsci a morire di carcere, con la legalità o con gli uomini che combattevano per la libertà?”
Rappresentando le opere di Misericordia, Caravaggio dipinse due angeli. Uno aveva le ali bianche e l’altro nere. Il primo era un inutile sogno celeste mille miglia lontano dagli uomini e dai loro problemi, il secondo, quello più amato da Dio, sentiva un infinito bisogno di scendere a terra tra il dolore e la fatica. In questa campagna elettorale noi siamo gli unici ad avere le ali nere. E ne siamo orgogliosi.
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