Presentazione


Aggregatore d'analisi, opinioni, fatti e (non troppo di rado) musica.
Cerco

10/10/2019

Negli stabilimenti FCA in Italia la produzione è scesa quasi a zero

A Cassino, tranne che al reparto presse, le linee sono ferme e gli operai sono in cassa integrazione. I pochi che lavorano sono incalzati dai ritmi impossibili e qualcuno, come la scorsa settimana, ci lascia la vita sotto una pressa.

A Melfi si lavora uno/due giorni alla settimana, con ripercussioni salariali enormi (600/700 euro in meno al mese), l’azienda ricorre all’utilizzo dei giorni di ferie personali dei lavoratori per abbassare la percentuale di contratti di solidarietà e rientrare nei tetti stabiliti per legge, un escamotage che non risolve certamente il problema. I lavoratori vivono questa condizione di incertezza e miseria con estrema rassegnazione, dettata da un forte senso di isolamento e abbandono, e questo è un altro aspetto estremamente preoccupante.

L’USB della Basilicata e dello stabilimento di Melfi sottolineano che già all’indomani dell’accordo sui contratti di solidarietà nel lontano giugno 2018, denunciarono che la strategia di rientro occupazionale, così come preannunciata, era totalmente sterile e che l’azienda non sarebbe riuscita a rispettare gli impegni che aveva annunciato. “Era tutto facilmente prevedibile ma quasi nessuno ha avuto l’onestà di denunciare il rischio, anzi i sindacati complici che hanno continuato a sostenere che la situazione volgeva al meglio, adesso si rifugiano nel silenzio più assordante”.

“Purtroppo siamo orientati a pensare che da qui a pochi mesi la situazione potrebbe addirittura peggiorare, le voci sulla fermata totale dello stabilimento lucano per diversi mesi diventano sempre più insistenti e i dati sulle immatricolazioni dei modelli prodotti a Melfi lo confermano” commenta l’Usb. “Per quanto riguarda il piano industriale per la Fca di Melfi, siamo di fronte a una vera e propria incognita.Il nuovo modello, la Jeep Compass, potrebbe teoricamente iniziare ad essere prodotto già domani, le linee di produzione sembrano essere complete ma la situazione sembra sospesa nel vuoto”.

Le motorizzazioni ibride che servirebbero a ridare un minimo slancio diventano ogni giorno che passa un miraggio, quasi una leggenda metropolitana se non fosse tutto drammaticamente vero.

Del motore elettrico si è persa ogni traccia, nessuno oggi può affermare che verranno montati veramente sulle vetture in produzione.

Questo stallo non si ripercuote negativamente soltanto nello stabilimento lucano, infatti una condizione di incertezza ancor più pesante la vivono le migliaia di lavoratori dell’indotto, appesi alla speranza sempre più remota che accada qualcosa di positivo alla Fca in grado di dare vigore anche al comprensorio.

“A questo punto diventa superfluo, se non addirittura ridicolo, elemosinare l’intervento di istituzioni e azienda, è chiaro che viaggiano ognuno per conto proprio e nessuno nella direzione auspicata dai lavoratori” sottolinea l’Usb, “Bisogna organizzarsi e contare sulle proprie forze, i lavoratori devono prendere coscienza che nessun dirigente aziendale, politico o fintamente rappresentativo è al loro fianco e quindi devono tornare a lottare uniti senza contare su altri se non su se stessi”.

Fonte

Nessun commento:

Posta un commento