Sul fronte viene denunciato che almeno 24 civili sono stati uccisi nella sola giornata di ieri nel corso dell’offensiva turca in corso in Siria. I raid turchi sulla città siriana di Ras al-Ain – inoltre – avrebbero colpito un convoglio sul quale viaggiavano giornalisti stranieri.
Almeno un giornalista straniero è stato ucciso oggi e altri sono rimasti feriti nel bombardamento di artiglieria dell’esercito turco nel nord-est della Siria. Lo riferiscono fonti della zona di Qamishli secondo le quali non vi sono indicazioni certe sulla nazionalità del reporter. Circolano notizie di almeno altri due giornalisti stranieri uccisi ma non vi sono conferme.
Risulta intanto che una attivista per i diritti delle donne, Hevrin Khalaf, 35 anni, è tra i 9 civili trucidati ieri a sangue freddo dai miliziani filo-turchi nel nord-est della Siria.
I militari degli Stati Uniti presenti in Siria intanto hanno lasciato la loro base vicino alla cittadina di Ayn Arab/Kobane, lungo la frontiera turco-siriana, a seguito di intensi bombardamenti di artiglieria turchi. Il presidente Usa Donald Trump ha ordinato il ritiro di mille soldati da tutto il nord della Siria nei tempi più rapidi possibile. I mille soldati americani evacuati dal nordest della Siria per non rimanere intrappolati tra forze turche e curde dovrebbero per il momento essere trasferiti più a sud in altre basi Usa nel Paese, riportano alcuni media americani citando fonti del Pentagono.
A livello diplomatico si segnala che Macron e la Merkel hanno lanciato un appello congiunto, dall’Eliseo dove la cancelliera tedesca è stata ricevuta a cena, per una cessazione delle operazioni militari turche contro le forze curde in Siria, che – hanno detto i due leader – “rischia di creare una situazione umanitaria insostenibile e di aiutare l’Isis a riemergere”.
Ma la risposta di Ankara non si è fatta attendere. L’embargo sulla vendita di armi non fermerà l’intervento della Turchia nel nord est della Siria ha affermato il presidente turco Erdogan dopo l’annuncio di ieri di Germania e Francia sullo stop agli armamenti ad Ankara.
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Amministrazione Autonoma raggiunge un accordo con Damasco
Nell’ambito di un accordo tra l’Amministrazione Autonoma della Siria del Nord e dell’Est e Damasco è stato concordato che forze del regime siriano si faranno carico della sicurezza del confine e sosterranno le FDS contro l’aggressione turca.Come fa sapere l’Amministrazione Autonoma della Siria del Nord e dell’Est, è stato raggiungo un accordo con il governo siriano.
Le forze del regime siriano sosterranno le Forze Democratiche della Siria (FDS) contro gli attacchi invasivi dello Stato turco e si faranno carico della sicurezza del confine. Inoltre è stato concordato che anche tutti gli altri territori della Siria occupati dalla Turchia e dai suoi partner jihadisti andranno liberati insieme.
L’Amministrazione Autonoma della Siria del Nord e dell’Est rappresentata dalle sue Forze Democratiche composte da tutte le componenti delle zone autogovernate, dal 2014 combattono il terrorismo. Questa lotta di liberazione contro l’organizzazione terroristica (si intende Stato Islamico NdR) è iniziata a Kobanê e è proseguita a Minbic a ovest dell’Eufrate, Girê Spî (Tall Abyad) e Tabqa. Si è estesa fino all’autoproclamata capitale del cosiddetto califfato, Raqqa, e alla fine si è conclusa dopo cinque anni di resistenza, il 23 marzo 2019 a Deir ez-Zor. Il territorio liberato corrisponde a un terzo di tutta la Siria.
La vittoria sul gruppo terroristico è costata la vita a 11.000 combattenti FDS e ha lascito 24.000 invalid* di guerra, tra cui molt* hanno riportato danni permanenti. Abbiamo pagato un prezzo elevato per liberare i popoli della Siria dall’oppressione e dalla brutalità di questa organizzazione terroristica e salvaguardare l’integrità territoriale della Siria.
Il nostro progetto politico in Siria del nord e dell’est non mira a una divisione. Per una soluzione pacifica della crisi siriana abbiamo sempre invitato al dialogo e continuiamo a farlo. Non abbiamo attaccato nessun nostro vicino, in particolare non la Turchia. Nonostante questo continua a definirci terroristi, mentre è stata la stessa Turchia che dall’inizio della crisi ha svolto un ruolo guida nella diffusione del terrorismo in Siria. Oggi è proprio questa Turchia che penetra nel territorio liberato con il sangue delle FDS.
Negli ultimi cinque giorni sono stati commessi orrendi crimini nei confronti di civili disarmati. Le FDS hanno reagito con dignità e coraggio per salvaguardare l’integrità della Siria, cosa che però gli è costata altr* cadut* e ferit*. La Turchia intanto continua i suoi attacchi invasivi.
Conseguentemente abbiamo stipulato un accordo con il governo siriano che ha il dovere di proteggere i confini del Paese e di mantenere la sovranità della Siria. L’esercito siriano sulla base di questo accordo impiegherà le sue forze nella striscia di confine tra la Siria e la Turchia. Le forze del regime sosterranno le FDS nel respingere l’aggressione turca e nel liberare i territori occupati dall’esercito turco e dai suoi mercenari. Questo accordo offre la possibilità di liberare tutte le zone e città siriane occupate – per esempio Afrin.
In questo senso annunciamo a tutti i popoli della Siria del nord e dell’est, in particolare alla nostra popolazione nella striscia di confine, l’accordo raggiunto. L’esercito siriano entrerà nella regione in modo coordinato con l’Amministrazione Autonoma.
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