L’Autorità preposta alla regolamentazione del diritto di sciopero, che ha assunto attraverso le centinaia di sue delibere funzioni spettanti al Parlamento, ha deciso di punire USB con una multa di 2500 euro per lo sciopero generale proclamato il 25 marzo.
Uno sciopero proclamato a difesa della incolumità e della vita di lavoratori e cittadini, mentre era in corso il braccio di ferro tra il governo e le associazioni padronali che scalpitavano per riaprire tutto. Uno sciopero imposto dalla dura realtà della pandemia, con centinaia di migliaia di lavoratori contagiati proprio perché durante la fase del teorico “tutto chiuso” erano al lavoro oltre 16 milioni di persone.
USB è stata punita perché non ha rispettato l’indicazione della Commissione che, con una sua delibera, imponeva la sospensione degli scioperi durante la pandemia e perché non avrebbe rispettato il preavviso di legge, peraltro non previsto dalla stessa legge nelle situazioni di grave pericolo per la salute dei lavoratori.
USB è stata punita per dare un segnale ulteriore in previsione di un autunno in cui potrebbe esplodere “la rabbia sociale”, come ha affermato la Ministra dell’Interno.
Per USB le delibere della Commissione di garanzia non possono certamente creare dal nulla quei limiti e quegli ostacoli all’esercizio del diritto di sciopero che il legislatore non ha previsto.
USB ricorrerà al Tribunale di Roma per chiedere l’annullamento della sanzione ed il rispetto delle prescrizioni legislative, nella consapevolezza che il ruolo primario delle organizzazioni sindacali, sicuramente di USB, è quello della difesa intransigente della vita, della sicurezza e della dignità dei lavoratori, e che questi valori costituzionalmente tutelati non possano in alcun modo essere sacrificati di fronte all’altare della produttività e del profitto.
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