L’accordo tra Unione Europea e Mercosur è un accordo nefasto con deforestazione della foresta amazzonica per interessi dell’agrobussiness, con il conseguente aumento di CO2 e il peggioramento del clima, con attacco ai Diritti Umani delle tribù indigene, con l’export nella UE di prodotti trattati con pesticidi a gogo, carne con antibiotici ed ormoni.
In Europa l’Austria con un voto parlamentare ha impegnato il governo a mettere il veto sulla ratifica europea, Francia, Irlanda, Belgio, Polonia fortemente perplessi, l’Italia non si è espressa.
L’Europarlamento, preoccupato per l’ondata di opinione scatenata dai roghi in Amazzonia, dice che l’accordo non si può firmare “nella sua attuale forma”; i piani della Commissione europea e del Governo tedesco (che fino a dicembre presiede il semestre europeo) di sottoporre entro il 2020 l’accordo alla ratifica del Consiglio UE (e quindi dei capi di stato e di governo dei paesi membri) sono falliti, anche per l’azione delle organizzazioni e dei movimenti come il nostro.
Tuttavia la Direzione generale Commercio della Commissione europea, il governo tedesco e altri attori spinti dall’interesse dell’agrobusiness e dell’industria automobilistica tedesca, cercano ancora di salvare il trattato UE-Mercosur sperano di farcela concordando un documento supplementare – chiamato dichiarazione interpretativa – con la promessa di non distruggere l’ambiente e non violare i diritti umani con il trattato commerciale. Tuttavia, queste carte non hanno alcun effetto su ciò che resta scritto nell’accordo UE-Mercosur: sono soltanto dichiarazioni di intenti senza valore.
Mail bombing di protesta contro la firma del Trattato
Noi attivisti dei movimenti per la giustizia climatica e sociale chiediamo a voi – come già accaduto in Francia e Austria – un netto rifiuto del trattato commerciale tra Unione europea e Mercosur, il mercato comune sudamericano formato da Argentina, Brasile, Paraguay e Uruguay. Questo rifiuto deve essere manifestato con un veto in Consiglio Europeo quando il testo dell’accordo verrà sottoposto a ratifica.
Le nostre preoccupazioni, sollevate nelle piazze e sui media da mesi – e raccolte dalla presidenza tedesca dell’Unione – riguardano l’impatto devastante che il trattato di liberalizzazione commerciale potrebbe avere sulla salute e sul futuro della foresta amazzonica, delle popolazioni indigene e dei cittadini italiani, europei e latinoamericani. In Amazzonia nel solo 2020 il tasso di deforestazione è aumentato del 34% rispetto all’anno precedente, con oltre 9 mila km quadrati disboscati. Un dato allarmante per un ecosistema unico a livello planetario, che ospita il 10% delle specie viventi, assorbe il 9% dell’anidride carbonica globale e sostiene la vita di 420 comunità indigene in nove Paesi dell’America Latina.
Nonostante lo sdegno internazionale per le politiche ecocide del presidente Brasiliano Jair Bolsonaro, nulla è stato fatto per cambiare le cose. Anzi: dopo vent’anni di negoziati semi-segreti, la Commissione europea ha annunciato nel giugno 2019 il raggiungimento di un accordo commerciale con il blocco del Mercosur. Pochi mesi dopo, ha lanciato il Green Deal. Queste due proposte sono semplicemente incompatibili: il pianeta, ma anche le nostre economie, non possono assorbire un aumento delle importazioni di carne, soia e biocarburanti dal Mercosur, in cambio di maggiori esportazioni di auto diesel in Sud America.
L’aumento dell’export di carne bovina previsto dall’accordo UE-Mercosur, ad esempio, potrebbe accrescere la deforestazione in Amazzonia del 25% l’anno nei prossimi sei anni. In più, nonostante l’Unione europea abbia vietato il 27% dei 190 pesticidi autorizzati in Brasile, l’accordo faciliterà l’ingresso di prodotti agricoli trattati con questi principi attivi nel mercato europeo.
Il tutto senza concreti vincoli ambientali e sociali e con una riduzione dei controlli sui prodotti in arrivo. La denuncia di eventuali violazioni lungo queste filiere così rischiose sarà ridotta ad un mero avvertimento non vincolante, senza possibilità di sanzione.
Se non si oppone a questo accordo – che mina alla base gli obiettivi del Green Deal – l’Italia, che è tra i principali partner commerciali dei paesi Mercosur, si rende complice di un crimine ecologico e sociale senza precedenti.
Vi chiediamo di far sentire la nostra voce in Europa e ascoltare gli appelli che nel nostro continente e in America Latina si levano da mesi.
Agite adesso: dite stop all’accordo UE-Mercosur.
Mail bombing qui.
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