Un pezzo al giorno l’Italia chiude. Un pezzo alla volta chiude anche l’Europa. “Resistono” gli Stati Uniti, che semplicemente affondano nel virus, nel mare dei contagiati e dei morti.
Tutto l’Occidente capitalistico è in condizioni simili, chi più chi meno.
E tutto questo mondo paga la scelta folle di convivere con il virus o addirittura ignorarlo, minimizzandone la pericolosità.
Dopo una settimana di discussioni – forse – si faranno alcune zone rosse in Campania. Nonostante gli ospedali stiano esplodendo già da molti giorni, nonostante l’ordine dei medici abbia chiesto di farlo in tutta Italia.
Tra governo Conte e presidenti di Regioni non si può dire chi sia il peggiore. I secondi vorrebbero che il governo si assumesse la responsabilità di ogni chiusura, per non perdere spicchi della propria popolarità, mentre pretendono la massima autonomia su come spendere i soldi della sanità. Il peggio del peggior “carattere degli italiani”, insomma, voler la gloria e scansare il rischio...
L’esecutivo obbedisce come sempre agli ordini di Confindustria, che fin dall’inizio ha messo in conto decine di migliaia di morti se gran parte della produzione fosse rimasta aperta.
Gli industriali di maggior pese non avevano calcolato – nella loro famelica cecità – che migliaia di morti e oltre un milione di contagiati avrebbero comunque demolito l’economia e parte dei loro profitti. Perché qualsiasi economia cammina sulle gambe degli uomini, alla fin fine, come produttori e consumatori. Non sui grafici elaborati dai centri studi...
I Dpcm si susseguono, ognuno accompagnato dalla frase rivelatrice: “faremo di tutto per evitare il lockdown completo”.
Su questo dopo otto mesi di pandemia, bisogna essere estremamente chiari.
L’alternativa vera non è mai stata tra “bloccare tutto” o far finta che il virus non c’è, come molti idioti della destra fascioleghista andavano ripetendo. Perché è certamente vero che non si può rinunciare a produrre per mesi, così com’è vero che ignorare il contagio – prima o poi – ti ammazza o ti infila in un casco.
L’alternativa vera è invece tra il continuare con la strategia idiota seguita finora, con finti lockdown dichiarati solo per limitare la pressione sul sistema ospedaliero, oppure fare un lockdown serio, “alla Wuhan”, per il periodo necessario a fare tamponi su tutta la popolazione.
Un mega-test nazionale per individuare tutti i contagiati e tenerli in isolamento fino a guarigione. Un lockdown finalizzato al censimento del Covid-19, per 15-20 giorni, non per mesi.
Costa troppo? No. Costa molto meno di quanto finora è stato stanziato dal governo. E anche la produzione – il Pil – ne soffrirebbe molto meno di quanto non sia accaduto fin qui.
Nel grafico qui sopra sono riportate le stime del Fondo Montario Internazionale sulla crescita del Pil nel 2020. Tutti i paesi dell’Occidente capitalistico sono in grave recessione (e ancora non sono state conteggiate le perdite della “seconda ondata”). La Cina, con il “modello Wuhan”, ha risolto l’emergenza, anche prima di procurarsi un vaccino.
Ieri sera il direttore dell’Oms, Raniera Guerra, ha annunciato su La7 che, a settimane, nelle farmacie saranno disponibili kit per testare in autonomia se si è contratto il virus oppure no.
Dunque gli strumenti tecnici per testare l’intera popolazione esistono, e sono in produzione in quantità adeguate. Ma invece di organizzare una grande campagna di massa, in modo centralizzato, per riprendere il controllo sulla diffusione della pandemia, si preferisce ancora una volta il fai-da-te, ognun per sé.
Certo, serve uno Stato serio, che ordina o requisisce quel che è necessario per metter su questo censimento di massa. Che precetta aziende e professionisti per il tempo necessario. Nella logica dei “servizi essenziali” e delle “fasce di garanzia” viene fatto di frequente contro i lavoratori in sciopero, solo al miserabile scopo di sminuirne gli effetti e “tutelare il diritto alla libera circolazione”.
Perché non si può fare per una emergenza nazionale che sta facendo un numero di morti paragonabile ad una guerra? Quale servizio è più “essenziale” che proteggere la salute di tutta la popolazione? Perché ad aziende e liberi professionisti non si può chiedere/esigere che “facciano la loro parte”, ameno per qualche giorno?
Invece che una soluzione, si va avanti con i placebo. E anche costosi. I test per l’autoanalisi in farmacia bisogna comprarli a proprie spese. Una fetta importante della popolazione rinvierà l’acquisto fino a quando i sintomi saranno inequivocabili e la malattia troppo grave.
In ogni caso i risultati saranno ignoti, non faranno statistica, non saranno tracciati. Servirà forse ai singoli che dovranno decidere se autoisolarsi oppure far correre agli altri il rischio della propria presenza da contagiati. Ma tutti noi, il popolo, non ne sapremo nulla. Non ci servirà a niente, come insieme.
Da questa situazione non si può uscire in questo modo, con questa classe dirigente, con queste imprese, con questa logica.
Anche un vaccino efficace potrebbe non essere risolutivo, con l’attuale organizzazione del sistema sanitario.
Lo vediamo in questi giorni, con i 15 milioni di dosi di normale vaccino antinfluenzale che mancano, dopo che per mesi era stata fatta la campagna di comunicazione perché, questa volta, tutti scegliessero di vaccinarsi.
E dire che l’antinfluenzale può essere tenuto a temperatura ambiente, non a meno 75 gradi, come quello di Pfizer. La catena logistica necessaria per il primo esisterebbe già; per il secondo va costruita ex novo...
La privatizzazione della sanità ha distrutto gran parte della sua capacità operativa, questo è il problema. Si poteva capirlo già prima. Ma con la pandemia ne abbiamo la dimostrazione fisica. La sanità pubblica è considerata un costo, quella privata serve a far soldi. Si vede che fanno due mestieri diversi...
Chiunque insista su questa strada, con qualsiasi abito politico si presenti, è un criminale. Nemico del popolo, in senso stretto: perché ne fa strage.
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