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19/03/2022

Guerra. L’isteria interventista sui mass media non convince la società

Sembra ormai esserci un andamento inversamente proporzionale tra il pensiero unico interventista trasmesso fin nei dettagli dai mass media e le reazioni della popolazione italiana “testata” in sondaggi diversi. Non solo.

Si ha la netta impressione che proprio perché il messaggio interventista ancora non riesce a passare, il combinato disposto tra governo, Partito trasversale della guerra e sistema massmediatico stia accentuando oltre l’accettabile la sbornia interventista.

Il governo si è esposto parecchio decidendo di inviare armi sul fronte ucraino. Partiti come il Pd si sono assunti il ruolo di testa d’ariete dell’interventismo nella guerra, giornali come Corriere della Sera e La Repubblica si giocano l’esistenza in vita visto che sempre meno persone li leggono o li ritengono ancora credibili.

Gli input politici che arrivano nelle redazioni televisive – alla Rai e non solo – sono dunque quelli di aumentare gli sforzi per modificare gli orientamenti della società e imporre un consenso – oggi debolissimo – alle scelte interventiste che rischiano di trascinare il nostro paese in una guerra vera e propria con la Russia.

Su questo è stata costruita una sovrastruttura ideologica bellicista – per altro già vista e sperimentata con la guerra della Nato alla ex Jugoslavia – che sta tentando di imporsi utilizzando tutte le strade e tutti i mezzi. Il fattore ideologico può diventare insinuante (vedi l’editoriale di Contropiano), ma non può non fare i conti con la scarsa credibilità accumulata negli anni dai suoi promotori e con il senso di realtà della gente comune.

Nei giorni scorsi abbiamo dato conto del sondaggio Ipsos sugli orientamenti della popolazione verso l’interventismo nella guerra in Ucraina. Quel sondaggio era il terzo che confermava il non consenso verso le scelte interventiste del governo e delle forze politiche che lo sostengono.

Adesso arrivano altri due sondaggi, anche se con risultati diversi tra loro, che confermano ulteriormente come la popolazione non si fidi affatto della scelta di trascinare il paese in una guerra per l’Ucraina. Grande disponibilità ad accogliere i profughi di guerra ucraini ma niente invio di armi né interventi militari per la no-fly zone.

Secondo il sondaggio Emg per Agorà (Rai Tre) la maggioranza degli italiani non è favorevole all’invio di armi all’Ucraina da parte del nostro Paese. L’indagine rileva che il 55% degli intervistati è contrario all’invio di armi a Kiev deciso dal Parlamento nelle scorse settimane. Solo il 33%, e dunque uno su tre, è favorevole, mentre il 12% non risponde.

Una maggioranza ancora più ampia si manifesta tra i contrari all’entrata in guerra della Nato a favore dell’Ucraina: il 62% si pronuncia contro questa ipotesi e solo il 23%, meno di un italiano su quattro, è favorevole invece a schierare le truppe occidentali contro quelle russe.

Nello stesso sondaggio è stata testata anche la questione della no fly zone sui cieli dell’Ucraina, chiesta a più riprese da Zelensky. Secondo i risultati rlevati da Emg la questione non è particolarmente chiara alle persone. Si pronunciano infatti solo 62% degli intervistati ed è altissima quindi la percentuale di coloro che non rispondono. Il 34% si dichiara contrario a istituire il divieto di sorvolo sui cieli ucraini, mentre il 28% è favorevole. Il problemino rappresentato dalla no fly zone è che poi bisogna farla rispettare e dunque schierare missili antiaerei o utilizzare aerei da combattimento contro quelli russi. Qualcosa di molto simile a una dichiarazione di guerra vera e propria.

Ma su questo punto sono i risultati del sondaggio Demopolis, a rivelarsi ancora più amari per il governo e gli interventisti in guerra.

Secondo i dati rilevati, ben l’83% considera sbagliata la richiesta di no fly zone perché determinerebbe un’escalation, che potrebbe portare alla terza guerra mondiale.

Tornando al sondaggio Emg, qui il rischio di un nuovo conflitto globale viene considerato tale dal 58% degli intervistati mentre scende al 38% coloro che considerano negativo l’invio di armi a Kiev da parte dei paesi europei. Ipotesi, quest’ultima, considerata opportuna dal 43% degli intervistati. È il risultato più lusinghiero finora ottenuto dal governo e dagli interventisti. Ci sono voluti ben cinque sondaggi per ottenerlo e poterlo sbandierare sui mass media arruolati nella propaganda di guerra.

Questa divaricazione tra la società reale e l’ideologia di guerra ed interventista animata da governo, partiti che lo sostengono, sistema massmediatico, è per noi che alla guerra ci opponiamo senza e senza ma, uno spazio politico e sociale di resistenza e iniziativa prezioso su cui lavorare. Magari dando al “pacifismo” qualche contenuto in più sul piano dell’analisi e delle soluzioni da mettere in campo.

La guerra va fermata ora e il paese va tirato fuori da questo delirio interventista. Il poi potrebbe non avere alcuna chance.

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