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05/06/2022

Morire per informare nella “guerra sbagliata”. Da Raffaele Ciriello a Shireen Abu Akleh

Giovedi 9 giugno presso la sede della Federazione Nazionale della Stampa si terrà un incontro importante dedicato a Raffaele Ciriello, reporter ucciso dalle truppe israeliane a Ramallah nel 2002 e a Shireen Abu Akleh, giornalista palestinese uccisa dai soldati israeliani lo scorso 11 maggio a Jenin.

Raffaele Ciriello, nonostante fosse un medico chirurgo, seguì la sua passione e divenne reporter. Aveva realizzato reportage in aree di crisi e di guerra: dal Sud America, all’Africa, al Medio Oriente.

Nel 2002 durante la seconda Intifada si trovava in servizio a Ramallah. Il 13 marzo del 2002 Raffaele Ciriello fu crivellato a freddo da cinque pallottole 7,62 Nato, mentre altre due andarono a finire su un muro.

Il governo israeliano ha parlato di errore: Raffaele Ciriello sarebbe stato scambiato per un soldato palestinese armato di un lanciagranate Rpg. Una svista a cui è difficile credere, perché Ciriello aveva in mano soltanto una piccola telecamera portatile, quando fu ucciso. Nel 2010 è stato riconosciuto dal Governo italiano quale vittima del terrorismo internazionale, ma ancora oggi i responsabili della sua uccisione sono rimasti sconosciuti. Le autorità israeliane non hanno ritenuto di dover procedere con una seria inchiesta.

Inutile dire che, essendo stato ucciso dai soldati israeliani, Raffaele Ciriello non è mai entrato nel Pantheon dei giornalisti uccisi sul campo, anzi. Molto spesso la sua vicenda è stata vissuta con fastidio perché significa entrare in collisione con l’ambasciata israeliana e gli apparati ideologici dello Stato israeliano anche nel nostro paese.

Fin troppo evidente la connessione con l’uccisione della giornalista palestinese Shireen Abu Akleh, ammazzata a Jenin l’11 maggio 2022, venti anni dopo.

Raffaele Ciriello e Shireen Abu Akleh sono due esempi del prezzo che paga l’informazione che documenta i crimini di guerra.

Di questo si parlerà giovedì 9 giugno alla Fnsi, alle ore 11. È prevista la partecipazione di Raffaele Lorusso, segretario della Fnsi, Tony Abu Akleh, fratello di Shireen; Nasser Abu Bakr, leader del Sindacato dei giornalisti Palestinesi; Nacera Benali, giornalista algerina della Rete NoBavaglio; Luisa Morgantini, già vicepresidente del Parlamento Europeo; Abeer Odeh, ambasciatrice di Palestina in Italia; Tina Marinari, coordinatrice campagne Amnesty International Italia; Tano D’Amico, fotoreporter; Michele Giorgio corrispondente dalla Palestina del Manifesto; Vincenzo Vita, già presidente dell’associazione Italia-Palestina; Guido D’Ubaldo, presidente dell’Ordine dei giornalisti del Lazio.

I giornalisti della Rete NoBavaglio hanno poi esteso l’invito a rappresentanti di varie associazioni, dalla Rete Romana di Solidarietà con il Popolo Palestinese, agli Amici della Mezzaluna Rossa Palestinese, ad Assopace Palestina e Fotografi Senza Frontiere.

Sono previsti collegamenti con giornalisti in Palestina, contributi video e audio e, al termine dell’incontro un flash mob per chiedere #GiustiziaPerShireenAbuAkleh.

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