Sulla inquietante vicenda dei report dei servizi di intelligence pubblicati con tanto di fotografie dal Corriere della Sera che indicano una “lista nera” di commentatori e analisti ritenuti “filorussi” in Italia, sta calando una cappa di silenzio. Assordante.
Eppure è ormai appurato che i dossier dei servizi di intelligence con la lista dei proscritti sono quattro e ne è stato reso noto solo uno. Gli altri li conoscono solo il Corriere della Sera, i membri del Tavolo coordinato dal Dipartimento Informazioni per la Sicurezza e il Copasir.
Al contrario riteniamo che su questa vicenda occorra non mollare la presa perché ne va delle libertà politiche in un paese che si è andato sempre declinando come una “democratura”, accentuata dal clima di guerra.
Due interrogazioni sono state presentate in parlamento, una in Senato (di cui ha dato notizia l’AntiDiplomatico) presentata dal nuovo gruppo Cal-Alternativa-Pc-Idv, l’altra alla Camera, presentata dai deputati di Alternativa, a prima firma Pino Cabras (commissione esteri della Camera). Particolare significativo: le due interrogazioni chiamano in causa e chiedono risposte al Presidente del Consiglio Mario Draghi.
Qui di seguito il testo delle interrogazioni.
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Eppure è ormai appurato che i dossier dei servizi di intelligence con la lista dei proscritti sono quattro e ne è stato reso noto solo uno. Gli altri li conoscono solo il Corriere della Sera, i membri del Tavolo coordinato dal Dipartimento Informazioni per la Sicurezza e il Copasir.
Al contrario riteniamo che su questa vicenda occorra non mollare la presa perché ne va delle libertà politiche in un paese che si è andato sempre declinando come una “democratura”, accentuata dal clima di guerra.
Due interrogazioni sono state presentate in parlamento, una in Senato (di cui ha dato notizia l’AntiDiplomatico) presentata dal nuovo gruppo Cal-Alternativa-Pc-Idv, l’altra alla Camera, presentata dai deputati di Alternativa, a prima firma Pino Cabras (commissione esteri della Camera). Particolare significativo: le due interrogazioni chiamano in causa e chiedono risposte al Presidente del Consiglio Mario Draghi.
Qui di seguito il testo delle interrogazioni.
Al Presidente del Consiglio dei Ministri – per sapere – premesso che:Rimaniamo in attesa delle risposte di Draghi, le domande a questo punto sono state poste, in via ufficiale e nelle sedi dovute.
il Corriere della Sera ha pubblicato in data 5 giugno un articolo diffamante dal titolo “Influencer e opinionisti. Ecco i putiniani d’Italia”, corredato da foto segnaletiche, su giornalisti, accademici, liberi professionisti e politici che secondo il giornale sarebbero inseriti in un rapporto riguardante la sicurezza nazionale;
il presidente del Copasir in un’intervista a Il Foglio ha confermato l’esistenza del rapporto classificato, argomentando che a suo avviso la macchina di disinformazione russa sarebbe attiva da almeno 10 anni nel nostro Paese;
il sottosegretario Gabrielli ha poi divulgato il dossier dal titolo ”Hybrid Bulletin. Speciale disinformazione nel conflitto russo-ucraino, 15 aprile-15 maggio”, il quale sarebbe stato elaborato dal Dis, in collaborazione con Aise, Aisi, Maeci, Ministero dell’interno, Ministero della difesa e Ufficio del Consigliere militare;
nel rapporto ci sarebbero solo 3 dei 9 nomi che il Corriere avrebbe associato al report dei servizi segreti e non vi si trova traccia delle motivazioni alla base della raccolta di informazioni;
lo stesso sottosegretario avrebbe ammesso l’esistenza di altri 3 precedenti rapporti ad oggi ancora secretati;
le autrici dell’articolo del Corriere, Guerzoni e Sarzanini, avrebbero confermato di aver ricavato tutti i nomi dai 4 rapporti prodotti dalla nostra intelligence;
nell’articolo viene riportato il nome dell’ex presidente della Commissione Affari Esteri, sen. Petrocelli, e se la notizia venisse confermata sarebbe particolarmente allarmante che un parlamentare sia oggetto dell’attività di controllo;
a memoria storica, tale lista di proscrizione non trova precedenti nella nostra storia e rischia di rappresentare una delle pagine più buie della Repubblica per come finora l’abbiamo conosciuta;
la lista viola apertamente l’articolo 21 della Costituzione ed è una deviazione dal corretto uso dei servizi segreti, i quali utilizzano i propri poteri per indagare su cittadini che hanno liberamente espresso le proprie opinioni. Una dinamica che ricorda il Maccartismo degli Stati Uniti negli anni ’50 e che l’Italia ha sempre etichettato in maniera negativa, nel pieno rispetto dei principi fondanti della nostra storia repubblicana;
il “reato” commesso da coloro che sarebbero stati definiti “putiniani d’Italia” sarebbe quello di voler dare una visione oggettiva degli episodi che stanno caratterizzando la guerra in Ucraina, evidenziando errori che tutte le parti in causa stanno commettendo;
a fronte di un particolare accanimento nei confronti di coloro che sono ritenuti influenzabili da una potenza straniera come la Federazione Russa, non si fanno le opportune analisi delle notizie in arrivo dal fronte ucraino, spesso manipolate per influenzare anche la nostra politica, come ammesso pubblicamente dal commissario dei diritti umani dell’Ucraina, Lyudmyla Denisova;
lo stesso “Corriere della Sera” in un articolo dell’8 giugno 2022 avrebbe pubblicato sondaggi Ipsos, i quali evidenziano che “sono oltre 4 rispondenti su 10 a giudicare i media italiani come troppo sbilanciati nei confronti dell’Ucraina e solo un quarto giudica oggettiva la nostra informazione”;
quale sia la posizione del Governo su un episodio che sospende la libertà di espressione nel nostro Paese;
con quale mandato parti del Governo stiano raccogliendo informazioni su cittadini italiani e quali siano le finalità delle sue indagini;
come sia possibile che una testata giornalistica sia in possesso di un documento definito “classificato” dal Governo e di chi sarebbe la responsabilità di una simile fuga di notizie atta a screditare una pacifica e democratica opposizione.”
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