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15/06/2022

Guerra in Ucraina - Gli attuali sviluppi del teatro bellico

La situazione generale sul campo in Ucraina vede un consolidamento delle posizioni russe nella battaglia per il Donbass con il contemporaneo confronto, principalmente posizionale, fra le artiglierie alleate e quelle di Kiev, nei settori settentrionale e meridionale.

Diamo ora qui di seguito un veloce prospetto dello stato delle operazioni in questi tre teatri.

La battaglia per Severodonetsk

Partiamo dal primo e, per ora, stando all’attuale dinamica del conflitto, quello più importante: il settore centrale e la battaglia per la presa di Severodonetsk.

Come accennato in un nostro articolo precedente pubblicato su questa testata è in questo settore che si registra la spinta maggiore delle forze alleate.

Nelle settimane scorse l’avvicinamento a Liman a nord di Severodonetsk e soprattutto la rottura delle linee difensive ucraine nei pressi di Popasna avevano contribuito fortemente all’avanzata delle forze alleate in più direzioni, accelerando così la manovra di accerchiamento alla roccaforte di Severodonetsk.

Dopo la pubblicazione abbiamo assistito alla definitiva presa di Liman, ciò che consente un consolidamento dei punti di appoggio per poter marciare verso Sloviansk partendo dalle postazioni più a nord, per completare così nella maniera più efficiente possibile la manovra d’accerchiamento prima menzionata.

Questo particolare obbiettivo tattico può essere totalmente raggiunto solamente se si riesce a garantire la sicurezza dalle postazioni di tiro che, in fase di ripiegamento, le compagini di Kiev avevano posto sulle alture di Raygorodok.

Per questa ragione i reparti alleati più avanzati in questo teatro hanno prima “ripulito” le aree a sud ovest di Liman per poi iniziare a dare l’assalto a queste postazioni, grazie all’appoggio dei sistemi di artiglieria a corto raggio.

Presa che, in questo settore particolare, appare comunque complicata poiché Raygorodok si trova in una posizione più alta rispetto Liman, un qualcosa che garantisce ai reparti ucraini un maggior controllo delle rive del Sivierski Donetsk, tale per cui è difficile per le forze alleate allestire teste di ponte salde nella parte occidentale del guado.

Nella regione rimane operativa, se pur in misura insufficiente, l’aviazione ucraina.

Sono confermate infatti le notizie dell’abbattimento di almeno due Su-25 nella zona, da parte dei sistemi di difesa aerea russi, nonché la distruzione di sistemi per il monitoraggio radar adibito all’appoggio ai sistemi di puntamento degli S-300.

Più a nord la presa di Sviatogorosk dà un ottimo punto di appoggio per l’attraversamento del fiume, la cui sponda orientale è ormai in competo controllo delle forze alleate nella sezione che va da Izium a Rubiznhe.

L’operare delle artiglierie a corto e medio raggio russe in tandem con quelle a lungo raggio, predisposte per colpire i corridoi di rifornimento ucraini in profondità, e le continue avanzate dei contingenti di terra puntano, come prima accennato, a dare basi più solide per l’accerchiamento di Sloviansk.

Obbiettivo tattico che sembra materializzarsi molto velocemente è la presa di determinate cittadine attorno al complesso urbano in questione, come Bogorodichnoye che potrebbe permettere una salda testa di ponte nella riva ovest del Siverski Donetsk, cosa che potrebbe portare ad un attacco al fianco delle compagini ucraini insediatesi a Krasnopolye che garantirebbe il blocco e il controllo sull’autostrada che da Izium porta a Lishiansk, e Novonikolaevka che insieme a Nikolskoye e Krestishche potrebbero invece garantire un punto di appoggio per un offensiva ad ovest del complesso di Sloviansk.

Più a sud continuano aspre battaglie nel settore dove gli scontri sono dedicati al controllo dell’autostrada Bakhmut Lishiansk.

Nella “cintura” formata dalle località di Yakovlevka, Belogorovka, Berestovoye e Nikolaevka la battaglia continua ferocemente, dato che la posta in gioco è particolarmente importante per qualsiasi collegamento logistico e di rifornimenti che interessa Severodonetsk.

Collegamenti che per gli ucraini si fanno sempre più sottili e che stanno incidendo come ovvio in maniera preponderante in merito alla difesa della roccaforte.

Sempre in questo settore, ma per quanto riguarda la parte di Zolote, abbiamo un lento ma continuo accerchiamento del complesso da parte delle forze alleate, che dopo aver preso determinate postazioni più elevate, subito tramutate in postazioni di tiro, come accennato nello scorso articolo, continuano l’avanzata da Kamyshevakh in direzione Novoivanovka.

Da qui l’appoggio a nord ovest per la conquista totale del complesso Gorskoye-Zolote.

Più a sud, sempre in questo settore, sono in atto operazioni di pulizia per consolidare il controllo di Svetlodarsk, roccaforte presa nelle settimane scorse.

La manovra dei reparti alleati, iniziata con gli avanzamenti avvenuti da Troike, ha poi raggiunto ulteriori avanzamenti da nord del complesso dove le forze della Federazione hanno approcciato alla roccaforte.

In questo punto l’obbiettivo attuale è il definitivo isolamento dei reparti ucraini rimasti, che sono posizionati a Novoluganskoye nella parte sud occidentale del complesso.

Per quanto riguarda la situazione a Severodonetsk lo storico delle operazioni vede l’approcciarsi alleato nelle parti nord est della città grazie ad un impiego mirato delle artiglierie sulle postazioni fortificate degli ucraini.

Questi hanno velocemente ripiegato nella parte sud occidentale della cittadina fino ad arrivare all’occupazione del complesso industriale posizionato sulle rive del fiume.

Attualmente, dagli ultimi report che arrivano da fonti delle due repubbliche, i russi avrebbero fatto saltare l’ultimo ponte che collegava le due sponde, dando quindi un ulteriore danno ai corridoi di rifornimento rimasti agli ucraini, che ora devono servirsi di una piccola imbarcazione per queste operazioni.

Il quadro che nella città va delineandosi si fa sempre più simile alla situazione che abbiamo visto a Mariupol, dove i reparti ucraini hanno occupato fabbriche e complessi produttivi per tenere un’ultima difesa.

Secondo certe fonti si starebbe riproponendo anche la situazione per cui diversi civili sarebbero nel complesso industriale insieme ai soldati di Kiev.

Rimane il fatto che anche qui, come prevedibile, la tattica delle unità ucraine in carenza di armamenti e vettovaglie per il continuo bombardamento degli elementi a medio-lungo raggio in forza alla Federazione, punta ad un’urbanizzazione del conflitto che potrebbe realisticamente avere come obbiettivo il solo rallentamento della presa.

Le battaglie posizionali attorno a Karkhiv

Per quanto riguarda il settore nord, quello che ha come suo epicentro geografico la città di Karkhiv, vediamo come il confronto sia sostanzialmente uguale alle settimane precedenti.

Le operazioni sono per lo più posizionali e condotte dalle rispettive artiglierie, mentre si assiste ad un continuo dispiegarsi di incursioni che portano a situazioni di stallo complessivo.

Indicativo in questo senso il caso del complesso abitativo di Ternovoe, ora preso, ora perso da entrambe le compagini.

Situazione che si nota anche in altri settori, come ad esempio quello più a nord ovest della città di Karkhiv, dove le forze ucraine ammassano contingenti nella cittadina di Udy per produrre controffensive ricevendo continua risposta dai contingenti russi.

In questo settore le artiglierie della Federazione sembrano concentrare i loro attacchi sia alla appena menzionata Udy, sia più a sud, nella periferia di Karkhiv, a Slatyne, oltre a coprire le posizioni delle unità di terra da incursioni dell’aviazione ucraina, che ha prodotto ad esempio l’abbattimento di Su-25 a Dolgenkoye.

Le parti continuano a scambiarsi comunque colpi lungo l’intera linea di contatto.

Le forze della Federazione Russa continuano a produrre massicci attacchi contro obiettivi nemici a Karkhiv: sono stati ad esempio colpiti obiettivi su Severnaya Saltovka, alla periferia dello stabilimento di Khartron e Alekseevka.

Questo attacchi mirati puntano non solo a colpire i siti di concentramento truppe ucraini nella zona ma anche i magazzini (come il caso del bombardamento di Barvenkovo) dove vengono ammassate continuamente armi che arrivano dai paesi occidentali ,in particolar modo elementi di artiglieria a corto medio raggio, segno che da questa parte, comunque i collegamenti di rifornimento logistico ucraini, pur se colpiti in profondità (l’ultimo airstrike in ordine di tempo è quello nelle vicinanze di Ternopil, nella parte occidentale del paese tra Leopoli e Zytomyr) rimangono operativi in buona misura, tanto che questo rende possibili azioni offensive da parte dei contingenti di Kiev.

Settore Sud: da Kerson a Zaporozhye

Ora passiamo al settore Sud.

Come accennato precedentemente, si notava qualche settimana fa, da parte degli analisti di entrambe le parti, un concentramento significativo di forze ucraine nella zona dell’estuario del Dnepr, per paura di incursioni da parte dei reparti avanzati della Federazione.

Quello a cui abbiamo assistito in questi giorni è molto simile a quello che sta avvenendo nei pressi di Karkhiv.

Da una parte la relativa operatività dei collegamenti logistici garantisce agli ucraini incursioni mirate verso la linea di contatto.

Dall’altra una buona fortificazione della linea del fronte e l’operare continuo delle forze aeree russe, garantisce agli alleati la tenuta difensiva e la possibilità di contrattacco e risposta nelle zone in cui gli ucraini tentano sortite.

Se a nord abbiamo menzionato Ternovoe come esempio di questa dinamica, in questo settore bisogna evidenziare il caso di Davidov Brod.

Questo villaggio ha vissuto, in queste settimane, un continuo cambio di fronte.

Inizialmente gli ucraini avevano preso il complesso, per poi perderlo nei giorni successivi, grazie all’operare degli incursori della Federazione Russa e dell’artiglieria, in grado di coprire queste veloci risposte delle forze alleate.

Attualmente gli ucraini si stanno ammassando con reparti meccanizzati ed elementi a corto medio raggio (come gli obici statunitensi M-777) nei pressi nord occidentali del villaggio che rimane ancora terra di nessuno, teatro continuo di sconti aspri tra le due compagini.

Particolarmente rilevante in questo settore l’impiego da parte ucraina dell’aviazione, garantita grazie alla copertura delle batterie di S-300 nei pressi di Kirov Rog.

Questo operare ha contribuito al relativo slancio dei contingenti di Kiev, anche se comunque sta costando molto agli ucraini, dato che i sistemi di difesa aerea installati dai russi sono riusciti ad abbattere almeno due caccia Mig-29.

Da menzionare anche la distruzione di una batteria di S-300 ucraine da parte delle forze aerospaziali della Federazione operanti nella zona.

Più ad est, sempre in questo settore le operazioni sono particolarmente intense nella linea che va da Gulyai-Pole, Alta Tersa e Dobropolye.

Sono sempre le artiglierie a farla da padrone, per tentare di alleggerire le avanzate delle unità di terra in questa direzione.

A questo punto però, ci sembra doveroso un ragionamento relativo a questo settore, che, se pur evidenzia similitudini nella dinamica del conflitto con quello relativo alla città di Karkhiv, ha una differenza che non possiamo non sottolineare, pur rimanendo, per ora, nel campo delle mere supposizioni.

Considerando che l’obbiettivo strategico della Federazione Russa rimane la messa in sicurezza della parte sud orientale dell’Ucraina, cioè una zona ampia al punto di garantire la sovranità delle due repubbliche, rendere sicuri i collegamenti logistici tra mare di Azov, le suddette neo repubbliche e la Federazione Russa, nonché di avere una zona cuscinetto in grado di permettere un tempo di risposta congruo da parte dei reparti alleati (che cioè permetta sia una risposta possibile di attacchi con elementi di medio lungo raggio sia spazio di manovra per le compagini di terra), l’obbiettivo concreto non può che essere un consolidamento omogeneo, in termini militari di tutta la parte dell’Ucraina che è ad est del fiume Dnepr.

Per questa ragione, e notando i movimenti delle ultime settimane che vedono battaglie posizionali ad est e ad ovest del Dnepr (dove in quella ovest l’attenzione delle forze alleate pare puntare su un indebolimento progressivo delle postazioni ucraine a Kirov Rog, importante per Kiev da un punto di vista logistico in questo settore), appare difficile il raggiungimento di questo obbiettivo senza la presa, o comunque un ingaggio di una certa intensità della città di Zaporozhye.

Questa infatti si posiziona in un sito logisticamente strategico lungo il corso del fiume, appena a sud di Dnipro e degli arsenali e magazzini che si trovano Dnepropetrovsk, già bersagliati dagli elementi a lunga gittata della marina russa che occupa il mare di Azov.

L’ingaggio dei reparti ucraini posizionati in questa città, permetterebbe un maggior controllo sui corridoi d’acqua che fanno riferimento all’estuario del fiume Dnepr, un qualcosa che, se unito all’attuale superiorità marittima nel mare di Azov, garantirebbe un monitoraggio più saldo riguardo i rifornimenti ucraini, nonché una posizione ulteriormente forte nei possibili tavoli negoziali, qualora si aprisse la seria opportunità di proporli all’ordine del giorno.

Se uniamo a questo la presa di Severodonetsk, che, a meno di sconvolgimenti incredibili, sembra materializzarsi molto velocemente, la posizione della Federazione Russa potrebbe consolidarsi particolarmente.

Nel mentre, in questo quadro, gli ucraini aspettano i tempi delle industrie occidentali, aspettano cioè che le nuove produzioni arrivino a termine negli hub dell’ovest del paese, per poter avere la forza di offensive più massicce, un qualcosa che secondo gli analisti potrebbe concretizzarsi attorno alla seconda metà di agosto.

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