Circa 50 Ong, tra cui l’Associazione marocchina per i diritti umani e la spagnola Caminando Fronteras, hanno denunciato la strage dei migranti a Melilla, l’enclave spagnola in Marocco, “un tragico simbolo delle politiche di esternalizzazione dei confini dell’Unione Europea” ed hanno aggiunto che: “La morte di questi giovani africani rivela la natura mortale della cooperazione di sicurezza sulla migrazione tra Marocco e Spagna”.
Intanto il capo della Commissione dell’Unione Africana, il ciadiano Moussa Faki Mahamat, ha denunciato il “trattamento violento e degradante riservato ai migranti africani” durante il tentativo di entrare nell’enclave spagnola di Melilla ed ha chiesto un’indagine sulla tragedia, che oggi, mercoledi, sarà esaminata dal Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite.
“Esprimo la mia profonda emozione e preoccupazione per il trattamento violento e degradante riservato ai migranti africani che cercavano di attraversare il confine internazionale tra Marocco e Spagna”, ha twittato domenica sera Moussa Faki.
“Chiedo un’indagine immediata su questa vicenda e ricordo a tutti i Paesi i loro obblighi di diritto internazionale di trattare tutti i migranti con dignità e di dare priorità alla loro sicurezza e ai loro diritti umani, limitando al contempo qualsiasi uso eccessivo della forza”, ha aggiunto il capo della Commissione dell’Unione Africana.
L’ambasciatore del Kenya alle Nazioni Unite Martin Kimani ha annunciato che, su iniziativa del suo Paese e con il sostegno di Gabon e Ghana – gli altri due Paesi africani attualmente membri non permanenti del Consiglio di sicurezza – si sarebbe tenuta una riunione a porte chiuse sulla violenta repressione dei migranti di venerdì.
Secondo i diplomatici, la sessione era inizialmente prevista per lunedì, ma alla fine è stata posticipata a oggi. La riunione si concentrerà sulla “violenza mortale subita dai migranti africani che entrano” nell’enclave spagnola di Melilla dal territorio marocchino, ha dichiarato il diplomatico keniota.
“I migranti sono migranti: che provengano dall’Africa o dall’Europa, non meritano di essere brutalizzati in questo modo”, ha dichiarato Martin Kimani. Interrogato sulla tragedia di venerdì durante il briefing quotidiano con la stampa, il portavoce delle Nazioni Unite Stephane Dujarric ha dichiarato che l’ONU “deplora questo tragico evento e la perdita di vite umane” che ne è derivata.
Lunedì il governo spagnolo aveva invece elogiato la “collaborazione” di Rabat “nella difesa dei suoi confini”, mentre molte voci chiedono un’indagine sulla morte dei migranti. La magistratura marocchina ha deciso di perseguire 65 migranti, per lo più sudanesi, per aver partecipato al tentativo di passaggio della frontiera.
L’ufficio del procuratore del tribunale di prima istanza della città di Nador, nel nord del Marocco, che confina con Melilla, ha accusato 37 migranti di “ingresso illegale in Marocco”, “violenza contro le forze dell’ordine”, “assembramento armato” e “rifiuto di conformarsi”, ha dichiarato all’AFP Khalid Ameza, legale dei migranti arrestati.
Un secondo gruppo, composto da 28 migranti, sarà processato anche per “partecipazione a una banda criminale per organizzare e facilitare l’immigrazione illegale all’estero”.
Il bilancio delle vittime è il più alto mai registrato nei numerosi tentativi dei migranti subsahariani di entrare a Melilla e nella vicina enclave spagnola di Ceuta, le uniche frontiere terrestri dell’Unione Europea con il continente africano.
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