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22/06/2022

La fine dei cinque stelle

Di Maio ha guidato la scissione del M5S, accusandolo di non essere sufficientemente euroatlantico. Conte ed i suoi hanno sdegnosamente respinto le parole di Di Maio, affermando che sono euroatlantici come lui.

Nel frattempo tutti hanno votato per Draghi, che manderà armi come e più di prima, senza altre rotture di scatole parlamentari. Quelli che chiedevano lo stop all’invio lo hanno rivotato.

Intanto Grillo scriveva proclami che sembravano la caricatura dei discorsi del santone della montagna.

Il M5S ha raccolto una grande speranza di cambiamento popolare e l’ha buttata nel cesso, promuovendo una classe politica trasformista, opportunista e legata a filo doppio a quel potere che proclamava di rovesciare.

Hanno fatto danno alla democrazia, perché tante persone che hanno creduto in loro, ora saranno ancora più convinte che in realtà non si possa fare niente.

Dopo il PD, che ha usurpato il campo della sinistra impiantandovi NATO e Confindustria, il M5S ha devastato quello del cambiamento, insediandovi il più sfacciato attaccamento alle poltrone di governo.

Oggi più che mai è necessaria un’alternativa a questo sistema sempre più ingiusto e guerrafondaio, la fine dei cinque stelle sarà un piccolo aiuto a capire cosa non fare, cosa non diventare.

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