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22/06/2022

La provocazione della Lituania, benzina sul fuoco verso l’escalation


La Lituania, membro del blocco di stati “eurostatunitensi” oltranzisti, ha esteso anche al trasporto su gomma il divieto di transito dalla Russia all’enclave di Kaliningrad per le merci colpite dalle sanzioni Ue, entrato in vigore dallo scorso fine settimana per il trasporto su rotaia.

L’entrata in vigore del nuovo blocco sulle merci russe è stata confermata dall’agenzia russa Interfax, secondo cui si è formata una lunga fila di camion al check point di Medininkai, al confine con la Bielorussia, dove numerosi Tir starebbero venendo rimandati indietro.

In una nota il governo regionale di Kaliningrad fa sapere che “i beni che vengono normalmente trasportati in treno o con i camion possono essere trasportati ora solo via mare”. Le merci bloccate perché ritenute oggetto di sanzioni da parte dell’Unione Europea sono acciaio, carbone, materiali da costruzione e tecnologie come i semiconduttori, ma il blocco si sta rivelando, nei fatti, assai più esteso.

Già nei giorni scorsi la Russia ha chiesto alla Lituania di revocare immediatamente il blocco del transito di beni verso Kaliningrad, altrimenti si vedrà costretta a contromisure. “A meno che il transito commerciale tra la regione di Kaliningrad e il resto del territorio della Russia non venga pienamente ripristinato nel prossimo futuro, la Russia si riserva il diritto di agire in difesa degli interessi nazionali”, aggiunge la nota, che accusa la Lituania di aver violato i suoi “obblighi legali internazionali”, a partire dalla “dichiarazione congiunta del 2002 della Federazione Russa e dell’Unione Europea sul transito tra la regione di Kaliningrad e il resto del territorio russo”.

Se come contromisura la Russia chiudesse il corridoio di Suwalki, – una striscia di 80 chilometri tra Polonia e Lituania che separa Kaliningrad dalla Bielorussia – le tre repubbliche baltiche (Lituania, Lettonia, Estonia) aderenti alla Ue e alla Nato si troverebbero isolate via terra (vedi cartina).


Con una stolida ma significativa dichiarazione, il rappresentante della sicurezza europea Borrell ha affermato che: “Conformemente alle sanzioni Ue ci sono restrizioni a importazioni ed esportazioni in relazione ad alcune merci, inclusa la proibizione del transito di quei beni nel territorio Ue. E la Lituania non fa altro che attuare le linee guida previste dalla Commissione, ma verificheremo ancora gli aspetti legali per assicurarci di essere in piena osservanza delle regole”.

La Russia contesta questa misura in quanto i flussi sono diretti dalla Russia alla Russia, essendo Kalinigrad territorio russo. Sabato scorso, mentre il blocco era già cominciato, il viceministro degli Esteri lituano, Mantas Adomenas, aveva affermato di essere in attesa di “chiarimenti dalla Commissione Europea sull’applicazione delle sanzioni europee al transito commerciale verso Kaliningrad”.

Se l’Unione Europea non interverrà sulla decisione della Lituania di bloccare il transito sul suo territorio delle merci russe soggette a sanzioni Ue e dirette dal resto della Federazione verso Kaliningrad, la Russia riterrà di avere “le mani libere” per “risolvere il problema con ogni mezzo”. Ha dichiarato il vicepresidente della Commissione esteri della Duma Andrej Klimov.

Secondo Klimov, la Nato “de jure avvia un blocco inaccettabile di un’entità costituente della Federazione Russa attraverso le mani di uno dei suoi paesi membri” e “quest’ultima può essere valutata come un’aggressione diretta contro la Russia, costringendoci letteralmente a ricorrere con urgenza a un’adeguata autodifesa”.

Insomma la tensione è schizzata verso l’alto. Anche a occhio nudo è visibile come la decisione unilaterale della Lituania getti benzina sul fuoco su una situazione già incandescente, quasi a sabotare il minimo canale negoziale tra Ue e Russia che sembrava essersi aperto con la visita a Kiev di Macròn, Draghi e Scholz.

La missione diplomatica dei tre capi di governo e di stato europei era stata però preceduta la sera prima da colloqui telefonici tra il presidente ucraino Zelenski con Johnson e Biden e poi era stata seguita immediatamente da una visita improvvisa di Johnson a Kiev il giorno dopo. Quasi a blindare e chiudere ogni tentazione di aprire canali di dialogo che potessero arrivare ad un cessate il fuoco e alla riapertura di negoziati tra Ucraina e Russia.

La Lituania, insieme alle altre repubbliche baltiche e alla Polonia, è uno degli stati della Ue appartenenti al blocco più oltranzista contro la Russia e sincronizzato con gli interessi di Washington e Londra piuttosto che con quelli dei paesi centrali dell’Unione Europea.

Alzare la tensione con la Russia su Kalinigrad ad una sola settimana di distanza dalla visita dei tre leader europei a Kiev non può essere ritenuta neanche lontanamente una casualità. Somiglia molto ad una provocazione tesa a costringere la Russia a intervenire contro uno o più paesi della Nato e avviare quella escalation di guerra che un altro pezzo di Europa vorrebbe assolutamente evitare.

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