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22/06/2022

Il risparmio cresce, il credito diminuisce

di Guido Salerno Aletta

I sistemi bancari intermediano il denaro, mediante la raccolta del risparmio ed il suo impiego attraverso il credito. Queste operazioni avvengono anche su base internazionale: la raccolta può provenire anche dall'estero, così come l'impiego può essere destinato anche all'estero.

Nel caso in cui la raccolta di risparmio all'interno non sia sufficiente a coprire il fabbisogno di credito, il sistema bancario si rivolge al mercato internazionale per la occorrente provvista di fondi. Al contrario, quando vi sia un eccesso di raccolta di risparmio all'interno di un Paese rispetto al credito che viene erogato, si impiega la differenza all'estero, finanziando così credito in altre economie. Nel primo caso, il sistema bancario di un Paese è debitore verso l'estero, nel secondo caso è creditore.

In Italia, nel decennio che va dal 2011 al 2022, abbiamo assistito ad un ribaltamento delle condizioni: mentre all'inizio di questo periodo il nostro sistema bancario raccoglieva all'estero una parte della provvista necessaria ad erogare il credito all'interno, ora accade esattamente il contrario.
In pratica, non solo è aumentata la raccolta interna, ma anche il credito erogato all'economia è diminuito, e così una enorme quantità di risparmio italiano finanzia le altre economie.

Vediamo i dati.

Nel 2011, alla vigilia della crisi che ha colpito duramente l'economia italiana ed il nostro debito pubblico, la Raccolta bancaria (depositi ed obbligazioni) da soggetti residenti ammontava a 1.735 miliardi di euro. Gli Impieghi totali (Settore privato e PA) ammontavano a 1.948 miliardi di euro: l'eccedenza di questi ultimi sulla raccolta era di 213 miliardi, coperti mediante il ricorso a capitali stranieri. L'Italia era quindi debitrice netta verso l'estero.

Nel corso degli anni la situazione si è ribaltata: a maggio scorso, la Raccolta è arrivata a 2.060 miliardi di euro, crescendo dunque di ben 327 miliardi rispetto al 2011.

In particolare, nel biennio di crisi pandemica (2020-2021) si è registrata una enorme lievitazione di questa Raccolta, delle somme accantonate a risparmio in via prudenziale o derivanti dalla necessità di rinviare oppure di non potere effettuare una serie di spese per via del blocco delle attività economiche: fra il maggio 2019 e lo scorso mese di maggio, l'incremento è stato di ben 193 miliardi. Nell'intero periodo precedente, quello che va dal 2011 al 2019, la Raccolta era aumentata di soli 32 miliardi.

Sul versante degli Impieghi, si è registrata una continua contrazione: rispetto ai citati 1.948 miliardi di euro del 2011, a maggio scorso sono arrivati a 1.743 miliardi, pari a -205 miliardi. Anziché essere negativa per i citati 215 miliardi rilevati nel 2011, la differenza tra Raccolta e Impieghi è stata positiva per 317 miliardi: questa somma rappresenta il risparmio che viene raccolto all'interno ma che non risulta impiegato attraverso il credito.

La BCE, tra Qe e PEPP, ha comprato più titoli di Stato di quelli che sono stati emessi per finanziare il nuovo debito.

Come viene impiegato questo risparmio dei cittadini e delle imprese italiane che non viene impiegato in credito? Dove viene investito? Va a finanziare altre economie?

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