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14/05/2023

Il prof. Rovelli escluso dalla Fiera del Libro di Francoforte perchè è contro la guerra. O forse no...

Come previsto continua l’epurazione da eventi istituzionali di tutte le personalità che in questi mesi si sono opposte e continuano a opporsi al coinvolgimento dell’Italia nella guerra. La notizia, vergognosa e clamorosa al tempo stesso, è l’esclusione del prof. Carlo Rovelli, scienziato di fama internazionale, come rappresentante dell’Italia alla Fiera del Libro di Francoforte.

In queste ore è stata scritta una ennesima pagina vergognosa ma emblematica del clima di guerra e del clima che la guerra rovescia anche nella vita democratica, intellettuale e civile nel nostro paese. Un maccartismo di ritorno che ha via via escluso o limitato fortemente la presenza di personalità contrarie alla guerra nelle televisioni e sui giornali.

L’esclusione è la punizione imposta per le prese di posizione del prof. Rovelli contro la guerra e soprattutto dopo il suo intervento dal palco del recente concerto del 1 Maggio a San Giovanni.

Il prof. Rovelli ha reso pubblica la lettera ricevuta dal commissario italiano della Fiera del Libro di Francoforte. Una lettera dai toni decisamente imbarazzati e imbarazzanti, nella quale si afferma che uno scienziato italiano noto e stimato a livello mondiale non potrà rappresentare l’Italia perché potrebbe trasformarsi “in un motivo di imbarazzo per chi quel giorno rappresenterà l’Italia”.

A firmare la lettera è il commissario italiano per la Fiera del Libro di Francoforte Riccardo Franco Levi. Si tratta di un esponente vicino al PD, nominato da Mario Draghi il 14 marzo 2022 “commissario straordinario del governo per le attività connesse alla partecipazione dell’Italia, quale paese d’onore, alla Fiera del Libro di Francoforte”.

È stato Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega all’informazione nel secondo governo Prodi (2006-2008) e portavoce del “governo-ombra” durante la direzione di Veltroni nel PD. Ma è evidentemente anche un “funzionario” che subisce la pressione dell'”azionista di riferimento”, disponibile per qualsiasi padrone.

Poi, dopo la figuraccia internazionale, Levi ha annunciato la retromarcia.

Qui di seguito la lettera ricevuta dal prof. Carlo Rovelli, da lui resa pubblica nella giornata di ieri.

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L’Italia mi ha chiesto di rappresentarla alla cerimonia di apertura della Fiera del Libro di Francoforte, ma siccome ho osato criticare il ministro della difesa, il mio intervento è stato cancellato:

Da: DG-BDA – COMMISSARIO FIERA LIBRO DI FRANCOFORTE DEL 2024

Data: 12 Maggio 2023

A: carlo rovelli

Oggetto: Re: Frankfurter Buchmesse 2024

Professore carissimo, è con grande pena che mi accingo a scriverle questa lettera. Con grande pena ma senza infingimenti.

Il clamore, l’eco, le reazioni che hanno fatto seguito al suo intervento al concerto del 1 maggio mi inducono a pensare, mi danno, anzi, la quasi certezza, che la sua lezione che così fortemente avevo immaginato e voluto per la cerimonia di inaugurazione della Buchmesse con l’Italia Ospite d’Onore diverrebbe l’occasione non per assaporare, guidati dalle sue parole, il fascino della ricerca e per lanciare uno sguardo ai confini della conoscenza, ma, invece, per rivivere polemiche e attacchi.

Ciò che più di ogni altra cosa sento il dovere di evitare – e di questo mi prendo tutta, personale la responsabilità – è che un’occasione di festa e anche di giusto orgoglio nazionale, si trasformi in un motivo di imbarazzo per chi quel giorno rappresenterà l’Italia. E non le nascondo la speranza che il nostro paese sia rappresentato al massimo livello istituzionale.

Sono portato a pensare che lei per primo avrà immaginato gli scenari che le sue parole avrebbero aperto. Questo non vale, certo, ad attenuare il peso di questa lettera. Lettera che mai avrei voluto scrivere. Spero, almeno, che possa contribuire a non farmi perdere la sua amicizia.

Con l’augurio di poter presto leggere un suo nuovo libro e, magari, di incontrarla di persona, le invio, caro professore, il migliore dei saluti.

Ricardo Franco Levi

COMMISSARIO FIERA LIBRO DI FRANCOFORTE DEL 2024

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La guerra produce fascismo

Con singolare coincidenza, mentre tutto il sistema politico italiano si prepara a riverire ed esaltare Zelensky come campione di democrazia, il fisico Carlo Rovelli è stato escluso dalla fiera del libro di Francoforte. La sua colpa è aver criticato la guerra e il ministro Crosetto; e la colpa aggiuntiva di aver rifiutato un suo invito a cena.

Così, mentre Presidente della Repubblica governo e finta opposizione esalteranno le armi per la libertà, contro uno scienziato libero si compie un atto di autentico fascismo, degno erede delle tristi imprese del MinCulPop.

Del resto prima o poi doveva succedere, l’Italia è in guerra e le prima vittime della guerra sono sempre libertà e verità.

Oggi coloro che si dichiarano contrari alla guerra vengono accusati di essere servi del nemico, come i socialisti pacifisti nella Prima Guerra Mondiale. E queste accuse prima o poi hanno sempre delle conseguenze. La dittatura fascista del secolo scorso fu una di queste.

Certo oggi non siamo ancora a quello, ma la via della feroce intolleranza è aperta e ogni giorno il sistema ne percorre dei passi.

Uno di questi passi è considerare il regime di Zelensky una democrazia. Non lo è, perché l’opposizione è vietata e in carcere, il controllo sulla informazione è totale, le minacce e le azioni contro i dissidenti sono continue, il nazionalismo etnico, quello che piace a Lollobrigida, è ideologia e pratica del potere.

Attenzione, lo dico subito perché sento già alzarsi l’urlo dello squadrismo guerrafondaio: questo non giustifica la guerra intrapresa dalla Russia. Così come il regime di Gheddafi o quello di Saddam Hussein non giustificavano le guerre NATO.

Oggi la guerra non si giustifica mai, andrebbe ripudiata come mezzo di risoluzione delle contese internazionali, come dice l’articolo più ignorato e violato della nostra Costituzione.

La pace non è utopia, visto che i pragmatici signori della guerra non hanno risolto una sola delle loro crisi e se non li fermiamo ci portano dritti alla terza guerra mondiale.

Solo il negoziato e la diplomazia, solo il riconoscimento di tutte le posizioni e di tutte le realtà mondiali, possono portare ad una concreta pace. La pace è realismo, la guerra è follia.

Su questa linea si muovono il Vaticano e la Cina e i governanti italiani ed europei dovrebbero spendere tutti se stessi per queste loro iniziative, invece che ignorarle, boicottarle, lanciare stupidi proclami di vittoria.

Ma il danno collaterale più grave della guerra è la menzogna sulla democrazia. Se per giustificare l’invio delle armi è necessario trasformare in democratico un regime che democratico non è, il veleno di questa scelta intossica anche il nostro sistema. Se quella di Zelensky è una democrazia, allora anche la nostra democrazia può diventare come quella ucraina.

E così diventa normale che lo scienziato pacifista Carlo Rovelli sia punito solo ed esclusivamente per aver espresso le sue idee. E che nessuno dei “democratici”si indigni per questo.

Solidarietà a Rovelli, non bisogna mollare di un millimetro la lotta contro la guerra.

Perché la guerra produce fascismo.

Giorgio Cremaschi

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