Meloni il Primo Maggio ha varato il Decreto Schiavitù, che cancella il reddito di cittadinanza e aumenta la precarietà, per costringere le persone a lavorare per pochi euro all’ora. Anche perché il governo rifiuta il salario minimo.
C’è la continuità del più brutale fascismo padronale in tutto questo, ma Meloni e Salvini si presentano come “vicini ai lavoratori”. E lo fanno nascondendosi dietro il taglio del cosiddetto cuneo fiscale. “I lavoratori riceveranno più soldi grazie a noi!”, proclamano.
In realtà i pochi euro in più sulla busta paga sono già salario dei lavoratori, sono già soldi loro. Quei soldi fanno parte delle tasse e dei contribuiti con i quali i lavoratori finanziano la sanità, la scuola i servizi pubblici e le pensioni. Se questi soldi, lo ripeto, dei lavoratori, vengono dati in mano ai lavoratori stessi, chi pagherà il vuoto che si crea per servizi e pensioni?
Non certo i padroni, perché il governo cala anche le tasse ai ricchi. Quindi i lavoratori da un lato guadagneranno qualcosa in busta paga, dall’altro pagheranno di più per avere i servizi dello stato sociale. Per i lavoratori è dunque un gioco a somma zero fatto coi loro soldi. I padroni invece ci guadagneranno tre volte.
La prima perché saranno autorizzati a non dare aumenti di paga di tasca loro, salvaguardando i profitti che continueranno a crescere, con la benedizione di un governo che ha fatto sua la raccomandazione liberista di tener bassi i salari.
La seconda è perché in questa partita di giro del cuneo fiscale, una parte soldi dei lavoratori scivolerà nelle tasche dei padroni sotto forma di finanziamenti alle imprese.
Infine i padroni avranno più occasioni di affari e guadagno coi tagli alle prestazioni pubbliche, che verranno sostituite da quelle private, che sono roba loro. Prestazioni che ovviamente i lavoratori dovranno pagare.
Giorgia Meloni da un lato fa sprofondare ancora più in basso le retribuzioni, dall’altro fa la generosa con una parte dei lavoratori usando i loro stessi soldi. E quelli sottratti ai disoccupati percettori di reddito e ai pensionati.
Brutalità di classe e paternalismo si sono sempre accompagnati nei peggiori padroni.
Una canzone popolare, diceva più o meno così:
“Per Santa Caterina dei PastaiPer Giorgia Meloni il Primo Maggio è Santa Caterina dei Pastai.
Il mio padrone ha fatto una bella festa
La festa a tutti quanti gli operai
Una bella festa tutta pagata dalla minestra all’ insalata ..
E alla fine della bella festa… una trattenuta a testa...”
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