Cinque anni di governi che hanno smantellato tutele sociali e welfare
per "aumentare l'occupazione, soprattutto giovanile", e questi sono i
risultati: i disoccupati ufficiali superano ora il 12,2%.
A maggio 2013 gli occupati sono 22 milioni 576 mila, in
diminuzione dello 0,1% rispetto ad aprile (-27 mila) e dell'1,7% (-387
mila) su base annua.
Il tasso di occupazione, riferisce l'Istat,
è pari al 56,0%, diminuisce di 0,1 punti percentuali nel confronto
congiunturale e di 1,0 punti rispetto a dodici mesi prima.
Il
numero di disoccupati arriva ormai a 3 milioni, il risultato - diciamo così - delle
politiche seguite finora.
Il tasso di disoccupazione si attesta dunque
al 12,2%, in aumento di 0,2 punti percentuali rispetto a aprile e di 1,8
punti nei dodici mesi precedenti. Cifre che da sole dovrebbero illuminare
sull'"efficacia" delle politiche adottate finora. Illuminazione che
evidentemente non può raggiungere né l'attuale esecutivo né le forze
politiche che lo sostengono sul piano parlamentare.
Tra i
15-24enni le persone in cerca di lavoro sono 647 mila e rappresentano il
10,7% della popolazione in questa fascia d'età. Il tasso di
disoccupazione dei 15-24enni, ovvero l'incidenza dei disoccupati sul
totale di quelli occupati o in cerca, è pari al 38,5%, in diminuzione di
1,3 punti percentuali rispetto al mese precedente e in aumento di 2,9
punti nel confronto tendenziale. Quindi un mini-risultato c'è:
l'occupazione giovanile diminuisce leggermente, mentre esplode quella
generale. Un classico caso di "sostituzione di manodopera" fatta
totalmente in perdita: escono moltissimi lavoratri dal processo
produttivo e vengono sostituiti da molti meno "ragazzi", con uno
stipendio molto più basso.
La prova sta nel dato sugli occupati:
diminuiscono di quasi 400.000 unità in un anno, nonostante il numero
delle persone che va in pensione sia superiore a quello dei giovani che
entrano - anagraficamente, almeno - nell'età lavorativa censita dalle
statistiche.
IL rapporto completo dell'Istat Occupati_e_disoccupati_mensili_-_01_lug_2013_-_Testo_integrale.pdf245.63 KB
Le serie storiche sulla disoccupazione 201305_serie_storiche.xls203 KB
Fonte
La strada segnata è chiara, progressiva debilitazione 2generale" fino all'implosione senza soluzione di continuità. A quel punto i capitali faranno fagotto e al Paese resterà la desertificazione umana e produttiva.
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