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09/07/2013

La fabbrica-caserma che piace a Marchionne

Domani presidio dei lavoratori alla Sevel di Atessa contro i diktat di Marchionne. La Fiat è ormai una "entità ostile". Reazione stizzita alla lettera del Presidente della Camera, anatema contro il vescovo di Nola. Quello che ha in mente Marchionne è una fabbrica come una caserma.

E' stato indetto dalla Usb di fabbrica e confederale, un presidio di lavoratori, movimenti e cittadini in occasione della visita di domani - 9 luglio - del miliardario Marchionne allo stabilimento Fiat-Sevel della Val Di Sangro. L'appuntamento è davanti alla Sevel dalle 12.00 alle 15.00. La SEVEL è raggiungibile via autostrada A14 (Bologna-Bari) uscita Castel di Sangro - Atessa.

La Presidente della Camera Boldrini, che ha respinto l'invito a partecipare all'evento, aveva così scritto a Marchionne: "Lei concorderà - scrive Boldrini - che le vecchie ricette hanno fallito e che ne servono di nuove. Affinché il nostro paese possa tornare competitivo è necessario percorrere la via della ricerca, della cultura e dell'innovazione, tanto dei prodotti quanto dei processi. Una via che non è affatto in contraddizione con il dialogo sociale e con costruttive relazioni industriali: non sarà certo nella gara al ribasso sui diritti e sul costo del lavoro che potremo avviare la ripresa".  Parole che pesano come un macigno sulla realtà aberrante della rappresentanza sindacale negata e su una organizzazione del lavoro - targata FIAT - lontana mille miglia dai diritti sanciti dalla Costituzione e dallo Statuto dei Lavoratori.
Marchionne, accompagnato da un commercialista che per hobby fa il presidente, viene a presentare il restyling del Ducato e decantare così le innovazioni e gli investimenti fatti... dimenticando che esistono uomini e donne che in fabbrica producono e che sono senza diritti sindacali. La Sevel, denuncia la Usb in un comunicato, è una anomalia industriale. Nel corso degli ultimi mesi, complice il silenzio della RSA aziendale impegnata nelle commissioni di raffreddamento, vecchie e nuove anomalie a danno dei lavoratori persistono.

1° semestre  2012   14 giornate di stop produttivo
1° semestre 2013 si sono verificate 18 giornate di stop produttivo (considerata tale anche la giornata del 1° MAGGIO busta paga giugno) con utilizzo in entrambe le annualità di ferie, Permessi Annuali Retribuiti dei lavoratori e parziale ricorso alla Cigo.

E’ consuetudine aziendale fare ricorso al lavoro straordinario al sabato ed alla domenica precedenti e successivi ai periodi di cassa integrazione.
Dal mese di aprile sono iniziati i corsi di "formazione sulla sicurezza" con criteri di selezione anomali e poco trasparenti, con obbligo di frequenza per alcuni (durante le giornate di cassa integrazione!) mentre per altri vengono concesse 4 ore durante l’orario di lavoro, con palese discriminazione e disagio.
Intolleranza nei confronti dei fruitori dei permessi handicap e congedo parentale,con investigativi pedinamenti, variazioni turnistiche e negazione di par. (Sevel condannata in data 25/6/2013 dal Tribunale di Lanciano per licenziamento illegittimo di operaio fruitore permessi handicap).
Massima flessibilità e disponibilità  viene concessa  ai  lavoratori con partita iva nonostante il divieto contenuto nell’art. 30 CCSL.
Riduzione mensile di quote salariali conseguenza del recente art.13 bis  “incentivo alla produttività” introdotto dal 1° aprile 2013.
La parabola discendente del Premio di risultato: 1.200€ nel 2008, 900€ nel 2009, € 0 nel 2010 e 2011, si è conclusa con importo di 600€ nel 2012 per i pochi fortunati  che avevano totalizzato 870 ore di presenza nel 1°semestre.

Il peggioramento delle condizioni lavorative e retributive, secondo la Usb, hanno con sempre maggiore evidenza responsabilità precise:
- Il famigerato CCSL imposto nel 2012 e successivi accordi aziendali ad excludendum.
- La  fiducia concessa alle  RSA - firmatutto, prive da contratto di qualsiasi possibilità di intervento, tranne di passeggio.

La Fiat contro tutti dunque? A seguire la cronaca sembrerebbe di sì. La Corte Costituzionale ha respinto i ricorsi presentati dagli avvocati della Fiat contro le cause intentate dalla Fiom che le avevano dato torto sull'applicazione dell'accordo-diktat di Pomigliano. Adesso la Fiat se la prende anche con il vescovo di Nola accusato di sostenere gli estremisti davanti ai cancelli di Pomigliano (e qui occorre ammettere che la "volata" alla Fiat l'ha tirata l'ex dirigente della Fiom Airaudo con una intervista a Repubblica suonata come musica celestiale per le orecchie di Marchionne).
Il problema che sta emergendo è che la multinazionale Fiat, con il core businness sempre più orientato negli Stati Uniti, è diventata non una occasione di sviluppo ma una "entità ostile" alla società italiana in tutte le sue componenti. Ostile a tutti... tranne a quelli che hanno scelto di mettersi al servizio della Fiat e di Marchionne.

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