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03/07/2013

Lucia Uva protesta a Milano: “ai giudici interessa solo Ruby"

Lucia Uva e altre vittime della violenza delle divise hanno manifestato stamattina davanti al Tribunale di Milano facendo il verso a Ruby ‘Mubarak’. Denunciando che ''Alla giustizia interessano le Olgettine di Berlusconi'', ma non ''la morte di Giuseppe”.

E’ arrivata questa mattina davanti al tribunale di Milano, Lucia Uva, per manifestare all'ingresso principale di corso di Porta Vittoria. L’ennesima iniziativa della sorella di una delle più note vittime di ‘malapolizia’ per chiedere verità e giustizia per il fratello Giuseppe Uva, il 43enne morto all'ospedale di Varese il 14 giugno 2008 dopo essere stato fermato dai carabinieri e trattenuto per alcune ore nella caserma di via Saffi, sempre a Varese. All’interno della quale, secondo i familiari e secondo un amico della vittima anche lui fermato dai militari, sarebbe stato sottoposto ad un violento pestaggio. Ad accompagnare la battagliera Lucia stamattina anche Domenica, la figlia di Michele Ferrulli, il 50enne morto il 30 giugno 2011 a Milano per “arresto cardiaco” mentre veniva arrestato da quattro agenti di polizia ora sotto processo per omicidio preterintenzionale. Con loro anche Vittorio Morneghini, il 64enne che il 20 maggio del 2012 fu selvaggiamente picchiato sui navigli da due poliziotti fuori servizio e per questo è rimasto invalido, e Rosa Piro, la mamma di Davide 'Dax' Cesare, attivista ucciso nel 2003 in via Brioschi da alcuni balordi fascisti.

Gli unici imputati per la morte di Giuseppe Uva - lo psichiatra Carlo Fraticelli e altri due medici dell'ospedale di Varese accusati di errori nelle cure e di aver somministrato una dose sbagliata di farmaci all’uomo ricoverato con trattamento sanitario obbligatorio dopo il fermo in caserma - sono stati tutti assolti. E con il presidio di oggi Lucia ha voluto di nuovo denunciare che ''per tre volte la Procura Generale ha respinto'' la richiesta di avocazione delle indagini (presentata dal legale della donna, Fabio Anselmo) sulla morte del fratello, di cui é titolare il pm di Varese Agostino Abate. ''Il pm - afferma la donna - non ha indagato sui carabinieri e ora tutto sta andando in prescrizione e il paradosso é che sulla morte di mio fratello non ci sono più inchieste né processi e io sono l'unica indagata per diffamazione nei confronti del pm''. E chiarisce: ''Noi non vogliamo fare la guerra ai magistrati, vogliamo verità e giustizia, vogliamo sapere perché un uomo di 43 anni é morto di botte''. Giuseppe, ha detto ancora Lucia Uva, ''é stato vittima delle forze dell'ordine e oggi é vittima ancora una volta della giustizia, io andrò in Procura a Roma e a Brescia e tornerò ancora qua, perché voglio giustizia anche per i cittadini normali''. "Tra meno di un anno il caso andrà in prescrizione grazie al Pm di Varese Agostino Abate che non ha fatto indagini su chi ha ucciso mio fratello ma le ha fatte su di me e il mio avvocato Fabio Anselmo", ha ribadito ai giornalisti la sorella della vittima, che indossava una maglietta con la foto di 'Ruby Rubacuori' sul davanti e quella del cadavere del fratello sulla schiena. "La giustizia non può e non deve essere solo per i perché, la legge è uguale per tutti e quindi la chiedo anche per mio fratello". La donna, in presidio sullo scalone del tribunale per 'fare il verso' alla modella marocchina che durante il processo a Silvio Berlusconi incontrò i giornalisti per spiegare le sue ragioni, ha chiesto un incontro con il procuratore generale Manlio Minale.

Fonte

Francamente diffice dare torto a questa donna, a meno di non voler sostenere che le ammucchiate di Berlusconi debbano avere più peso sociale rispetto all'impunità delle forze dell'ordine quando sbagliano o, per andare un po' al passato, ai misteri italiani mai risolti...

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