20/09/2014
Guerra ai Tagliagole. Il fronte Iraq-Siria e i troppi eserciti
La guerra si moltiplica, ma su tutti i fronti. I caccia francesi hanno compiuto i primi raid sull’Iraq. Lo farà presto anche Cameron liberato dall’incubo Scozia. Giorni prima AQAP e AQMI, frazioni di Al Qaeda, hanno proposto l’alleanza allo Stato Islamico. In campo anche Assad, l’Iran e la Russia.
I numeri già fanno paura, prima che la guerra ai Tagliagole sia cominciata. ‘Da gennaio in Iraq ci sono stati 25 mila civili colpiti, di cui almeno 8.500 morti’, comunica al mondo il bulgaro Nikolay Mladenov, rappresentante Onu in Iraq. Oltre 1,8 milioni di persone sono sfollate nel Paese da gennaio. Solo nelle ultime quattro notti altre 10 mila persone sono state costrette ad abbandonare le loro case’. Mentre James Clapper, National Intelligence, capo di tutte le spie Usa, ammette: ‘Abbiamo sottovalutato l’Isis e la sua volontà di combattere. Lo stesso errore che facemmo in Vietnam’.
E ora sta per aprirsi il fronte Siriano dove, per gli Stati Uniti e gli altri alleati, la cosa si fa ancora più seria. ‘Siamo in guerra con ISIS, come lo siamo con Al Qaeda’ ha detto il Segretario alla Difesa, Chuck Hagel. Ed è una grave ammissione. Il Pentagono riconosce la saldatura sul terreno tra Stato Islamico e Jabhat Al Nusra, la formazione qaedista che sta contenendo il regime di Damasco quasi da sola, e ritiene credibile l’annuncio delle due più forti organizzazioni operative di Al Qaeda, Agap e Aqmi (Al Qaeda nella Penisola Arabica e nel Maghreb Islamico), che hanno offerto un’alleanza a Isis.
E ora tutto il fronte di guerra si allarga. Più bersagli e territori d’azione per il Califfato, ed eserciti più forti e numerosi. Secondo la CIA, AQAP conterebbe oltre un migliaio di miliziani e AQMI poco meno. Unirsi contro la campagna americana e la diabolica coalizione che ci minaccia. Di fatto la sconfessione del numero uno di Al Qaeda Ayman Al Zawahiri, contrario ad Al Baghdadi. Una grave minaccia per gli Usa. Dall’Isis alla conquista del territorio in una guerra intestina all’Islam - sunniti contro sciiti e apostati - ad Al Qaeda che ha come obiettivo la distruzione dell’“America diabolica”.
Altro problemino che si apre col fonte siriano, quello del presidente Bashar Assad e dei due alleati Iran e Russia. Mai la Siria in mano a un governo fantoccio voluto da Washington, ha detto più volte Mosca. Nuova sfida muscolare oltre l’Ucraina? Col rischio di frenare la soluzione sul nucleare con l’Iran, che già combatte in Iraq sotto mentite spoglie, e provocare un terremoto politico il giorno dopo la fine delle ostilità. Col rischio del solito pasticcio dei conflitti Usa, dove si vincono le guerre ma si perdono le paci. E la certezza di un Medio Oriente sempre più zeppo di nuove armi.
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