«La Francia non potrà mai accettare che la Libia si trasformi in una roccaforte terrorista». Toni decisi, da padrini/padroni quelli del del Ministro della difesa francese Jean-Yves Le Drian. Il Paese spaccato tra le fazioni islamiste, che controllano parte della Tripolitania e della Cirenaica.
La Francia che guarda al Nordafrica come cosa sua, vizio di grandeur postcoloniale e di legittime e sensate preoccupazioni*, l’Onu impotente e l’Italia trascinata in missioni internazionali non sue. Comunque la netta presa di posizione francese almeno fa chiarezza. La Francia avverte che non è disposta a subire che la Libia si trasformi in una roccaforte terrorista. Come sta di fatto accadendo. Paese spaccato tra le fazioni islamiste che controllano pezzi di Tripolitania e Cirenaica, il governo di Abdulah al Thani ed il Parlamento trasferiti a Tobruk. Oltre al Califfato di Derna che ha giurato fedeltà a Isis.
«Quello che accade in Libia e ne’ più ne’ meno che caos politico e di sicurezza, che sta portando alla formazione di un santuario terrorista alle porte dell’Europa. Sarebbe una gravissimo errore per la comunità internazionale assistere senza agire davanti allo sviluppo di un cancro nel cuore del Mediterraneo. Non è accettabile». Lo ha detto il ministro francese da N’Djamena, capitale del Ciad dopo il Capodanno con le truppe francesi che schierano in cinque paesi del Sahel 3mila uomini con 400 veicoli e blindati e una trentina di aerei ed elicotteri nell’Operazione ‘Berkhane’ contro le fazioni islamiste.
A sollecitare un intervento militare in Libia è intervenuto anche il presidente nigerino, Mahamadou Issoufou. «Un intervento internazionale per la riconciliazione di tutti i libici compresi i sostenitori di Gheddafi» ha dichiarato dopo un colloquio con Le Drian, alla tv satellitare al-Arabiya, ribadendo i suoi dubbi sulla possibilità che la crisi libica possa risolversi col dialogo politico tra le parti in campo, cioè la posizione assunta dall’Italia. «Non vedo come - dice Issoufou - i terroristi armati possano creare le condizioni per la riconciliazione tra i libici». Aria di intervento con applausi africani.
Fonte
* più che di "sensate preoccupazioni" parlerei di "interessate preoccupazioni".
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