di ‘Urayb ar-Rintawi – ad-Dustour
Il Consiglio Nazionale
Siriano (CNS) ha alzato i “toni” del suo discorso e delle sue posizioni.
Per prima cosa, ha informato il segretario generale delle Nazioni Unite
che sta boicottando le consultazioni di Ginevra 3 sulla Siria tenute
dall’inviato Staffan de Mistura; in secondo luogo, ha deciso di
boicottare la conferenza del Cairo 2 in programma tra pochi giorni; e
infine, non solo è tornato sul suo discorso appassionato di “rovesciare
Assad e la sua banda”, ma ha ravvivato, e con ancora più passione, la
sua pretesa di essere l”unico rappresentante legittimo” del popolo
siriano.
Sentendosi compiaciuto delle vittorie che [l’affiliato di al-Qaeda]
al-Nusra ha registrato nella parte nord-occidentale del paese e in
alcune province del sud, il CNS sta ancora una volta tentando di scalare
l’albero fino in cima. Respinge l’ONU, il suo inviato, il “processo
politico”, e “Ginevra 3″, e ora dà la priorità al rumore degli spari, al
discorso di una vittoria militare decisiva e a termini come
“rovesciare” e “caduta”.
Questo nonostante il fatto che solo pochi mesi fa il suo
lessico è stato oggetto di molti cambiamenti ed è stato regolato in
linea con l'”equilibrio del potere” sul terreno e in sintonia con la
tendenza della comunità internazionale a trattare con Assad come parte
della soluzione, e non solo come parte del problema.
Estatico sui risultati ottenuti dai combattenti “cerca-martirio” del
Fronte al-Nusra e di altre organizzazioni jihadiste, il CNS sta di nuovo
trattando gli altri componenti dell’opposizione siriana in modo
condiscendente, basandosi sul presupposto che sia l'”unico legittimo
rappresentante” del popolo siriano. E, ancora una volta, questo
nonostante il fatto che negli ultimi tempi sia diventato il più piccolo
di questi componenti, pur trattandoli tutti come eguali.
Il CNS è tornato alle sue vecchie abitudini. I suoi membri sono
tornati al percorso intrapreso dall’ex Coalizione nazionale, che ha a
malapena riunito una trentina di esponenti dell’opposizione prima di
incoronarsi come “unico rappresentante legittimo” escludendo tutte le
altre forze e ignorando il loro peso, la loro presenza, la loro storia e
i loro sacrifici.
Il problema del CNS oggi, che è un’estensione del suo
problema fin dalla sua fondazione, è che non è in grado di
interpretare bene certi sviluppi e che si limita invece ad ascoltare i
responsabili della comunicazione delle agenzie di sicurezza turche e
arabe amiche. Queste stesse agenzie una volta avevano convinto
il CNS a cominciare il conto alla rovescia per gli ultimi giorni di
Assad e del suo regime. Il CNS lo ha fatto con grande entusiasmo: ma il
conto alla rovescia è andato avanti senza che un raggio di speranza
suggerisse che questo obiettivo poteva essere raggiunto. Oggi, sullo
sfondo dell’Operazione “Tempesta Decisiva” e dopo la “svolta” sul fronte
Idlib / Jisr-ash-Shughour, seguendo i consigli dei suoi stessi
sostenitori, il CNS è ancora una volta pronto a riprendere il conto alla
rovescia degli ultimi giorni del regime.
Ciò non significa che il regime sia attualmente nelle sue condizioni
migliori; né significa che l'”equilibrio del potere” in Siria sia fisso e
non cambierà mai. In nessun caso l’impatto dei colpi dolorosi inflitti
dalle fazioni islamiste armate al regime nel corso degli ultimi mesi è
da sottovalutare. In realtà, si può essere d’accordo con molte
valutazioni che suggeriscono che il regime sta attraversando una fase di confusione mai subita neanche quando era ai suoi massimi livelli di debolezza nel 2012.
Ma noi vogliamo sottolineare due cose:
Primo: è troppo presto per scrivere il “necrologio” del regime o diffondere l’illusione che la sua caduta sia inevitabile e imminente.
Il regime continua a maneggiare le principali leve della geografia
siriana e controlla i principali centri vitali, economici e urbani del
Paese. Inoltre, il regime ha alleati regionali e internazionali che non
hanno ancora detto la loro ultima parola. Ma soprattutto, è ancora in
grado di prendere l’iniziativa sul campo per dichiarare controffensive e
avanzare su numerosi fronti.
Secondo: quelli che stanno facendo dei progressi o, più precisamente
delle “svolte” sul terreno, non sono del CNS; né si riconoscono, sono
fedeli o sottomessi a esso. La forza con l’impronta più chiara
su questi risultati è il Fronte al-Nusra che considera il CNS una forza
apostata proprio come il regime. Ed è certo che il prossimo proiettile
del Fronte dopo “aver rovesciato Assad” – ammesso che mai riesca a farlo
– sarà diretto al CNS e ai toraci dei suoi membri, e a quei pochi che
continueranno a vederlo come il “solo rappresentante legittimo”.
In realtà, il Fronte al-Nusra può decidere di sparare il proiettile al
petto o alla schiena del CNS e mettere fine alle sue sofferenze prima
che vinca “la madre di tutte le sue battaglie” contro il regime di
Damasco.
La polarizzazione nella crisi siriana ha raggiunto un punto tale in
cui il CNS e i suoi simili sono ora del tutto irrilevanti. Non c’è posto
per loro se il regime continua a tenere le redini del potere in Siria; e
non c’è posto per loro se le fazioni islamiste armate guidate dal
Fronte al-Nusra – la sorella minore dell’ISIS – prendono in mano il
paese e la sua gente. E questo rende l’esagerato atteggiamento di
machismo del CNS niente più di una sciocchezza patetica e risibile. La
sua partecipazione o meno ai colloqui di Ginevra non cambierà nulla di
una virgola, e neanche il suo boicottaggio della Conferenza del Cairo 2
farà alcuna differenza. Le dinamiche della crisi siriana sono da qualche
altra parte e il CNS deve ancora trovarle.
(Traduzione a cura della redazione di Nena News)
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