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13/07/2015

Iran - Accrodo sul nucleare al rush finale

Sono ore infuocate, quelle che a Vienna precedono la firma dell’accordo sul nucleare iraniano. Rinviato il termine già tre volte (il primo era il 30 giugno), se l’intesa non verrà siglata entro stasera dovrà essere nuovamente posposta. Ma dalla capitale austriaca giungono dichiarazioni positive sul fatto che l’accordo sia “molto vicino” all’essere raggiunto e la stampa internazionale riporta alcuni rientri nella serata di ieri – come il ministro degli Esteri britannico Philip Hammond – che fanno presagire il superamento degli ostacoli maggiori.

Stando a quanto rivelato dal quotidiano britannico The Guardian, i negoziatori europei e cinesi starebbero facendo pressione per una firma dell’accordo subito:  mentre il ministro degli Esteri cinese Wang Yi dichiarava che “crediamo non possano, e non debbano esserci ulteriori ritardi” e le delegazioni europee ieri annunciavano che i maggiori ostacoli erano stati superati, un funzionario americano ha dichiarato che le questioni più spinose rimangono.

Si tratterebbe dell’embargo sulle armi e delle ispezioni ai siti militari del paese, oltre che alle modalità di congelamento delle sanzioni internazionali. Iraniani e americani, a differenza delle altre delegazioni, vorrebbero prendere più tempo per concordare questi punti. Teheran, per esempio, non nasconde la verità, e cioè che il negoziato non è ancora terminato: “Non posso promettere – ha detto il vice ministro degli Esteri Abbas Araqchi –  che le questioni rimanenti potranno essere risolte stasera o domani sera. Alcune questioni rimangono ancora irrisolte e, fino a quando non lo saranno, non si può dire sia stato raggiunto un accordo”.

L’unica certezza è che questa sera alle 22 il presidente iraniano Hassan Rouhani farà un discorso televisivo alla nazione. Sebbene tutti si aspettino che annunci il raggiungimento di un accordo, e quindi dichiari la “riammissione” dell’Iran nella comunità internazionale, la strada per rendere effettiva l’intesa è lunga e piena di insidie. I punti, illustrati dal Guardian, sono qui riassunti:

1) Il Congresso degli Stati Uniti avrà due mesi per rivedere l’accordo, cui vanno aggiunti altri 22 giorni per la votazione, un possibile veto presidenziale e un ulteriore voto utile agli oppositori dell’accordo per raggranellare 67 voti al Senato e ignorare il veto. Al contempo il parlamento iraniano, il Majlis, studierà l’accordo ed emetterà il proprio verdetto, ma senza dare una data precisa.

2) L’accordo sarà codificato e inserito in una risoluzione del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, nella quale si parlerà anche di togliere le sanzioni Onu contro l’Iran, a condizione che Teheran abbia accettato di ridurre le sue infrastrutture nucleari.

3) L’Iran inizierà a staccare le centrifughe, rimuovere il nucleo dal suo impianto ad acqua pesante e ridurre la sua riserva di uranio a basso arricchimento. L’Agenzia internazionale per l’energia atomica (AIEA) si occuperà di monitorare e verificare le misure adottate.

4) Allo stesso tempo, Barack Obama concederà deroghe in materia di sanzioni economiche e finanziarie, e l’UE voterà per abolire le sanzioni europee. Entrambe le misure saranno subordinate alla conferma da parte dell’AIEA che l’Iran ha onorato la sua parte del contratto.

5) Nella fase finale, probabilmente verso la fine dell’anno, le sanzioni economiche e finanziarie saranno abolite, e le ispezioni dell’AIEA verranno potenziate. Inizierà il monitoraggio del ciclo del combustibile iraniano dalle miniere di uranio all’arricchimento e produzione di combustibile, e le visite nei siti non dichiarati.

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