Continuano, per il secondo giorno consecutivo, gli scontri tra
palestinesi ed esercito israeliano sulla Spianata delle moschee, nella
città vecchia di Gerusalemme, dopo che ieri, alla vigilia del Capodanno
ebraico, violenti scontri avevano avuto luogo nel perimetro di al-Aqsa,
quando i militari israeliani erano entrati – a detta dei fedeli presenti
– nella moschea stessa e l’avevano danneggiata. Secondo numerose
testimonianze raccolte dal portale palestinese Maan News in collaborazione con l’AFP,
l’esercito di Tel Aviv avrebbero fatto irruzione nel complesso
religioso questa mattina poco dopo le preghiere dell’alba, sparando
proiettili di gomma e granate stordenti.
Stando alle dichiarazioni dei militari israeliani, un gruppo di
“rivoltosi” si sarebbe asserragliato nella notte all’interno della
moschea con l’obiettivo di “fermare le visite al sito da parte dei
fedeli ebrei che sarebbero giunti in occasione del capodanno
ebraico”. Poi alcuni giovani “rivoltosi a volto coperto” – sempre stando
alle dichiarazioni dei militari – avrebbero cominciato a lanciare
pietre verso l’esercito, con la conseguente apertura del fuoco da parte
di quest’ultimo, che avrebbe portato a decine di feriti e tre arresti
tra i palestinesi.
La versione di Sheikh Azzam al-Khatib, direttore generale degli
affari di Al-Aqsa, appare in contrasto con quella dei militari: “Almeno
170 uomini delle forze speciali israeliane e della polizia – ha
dichiarato all’agenzia stampa turca Anadolu – hanno preso
d’assalto il perimetro dell’edificio entrando dal cancello di
Al-Magharabeh e hanno iniziato a sparare proiettili di gomma e
granate assordanti contro i fedeli musulmani”. Al-Khatib ha aggiunto
che un uomo anziano palestinese è stato portato all’ospedale in
condizioni critiche. Le forze israeliane, sempre secondo la
testimonianza di al-Khatib, avrebbero fatto irruzione anche nella
moschea al-Qibali, attaccato i fedeli musulmani e arrestato altri sette
palestinesi.Un reporter dell’AFP che si trovava fuori dal cancello
avrebbe visto un “visitatore” ebreo azzuffarsi con un gruppo di fedeli
musulmani.
I visitatori, o meglio i “turisti ebrei” – come vengono chiamati
dalla stampa – continuano ad affollare sempre di più la Spianata delle
Moschee, che per loro si chiama Monte del Tempio ed è il più sacro tra i luoghi dell’ebraismo. Peccato che sia anche il terzo luogo più sacro dell’Islam,
che lo ha amministrato per secoli grazie al Waqf preposto e continua a
farlo fino ad oggi, nonostante l’occupazione israeliana del 1967 e la
conseguente annessione. I non-musulmani possono entrare nel perimetro
senza pregarvi né esporre bandiere di Israele, ma la presenza ebraica –
sempre scortata dai militari – sta diventando di tutt’altra natura. C’è
un vecchio progetto, sostenuto un tempo da poche persone, che è diventato grande e pericoloso: la
costruzione del Terzo Tempio lì dove ora si trovano la Moschea di
al-Aqsa e la Cupola della Roccia. Un progetto che ha alle spalle un
Istituto, una parte della Knesset e ingenti finanziamenti da vari gruppi
religiosi dentro e fuori Israele, con numerosi attivisti che
entrano sempre più spesso nel perimetro di al-Aqsa, e pregando preparano
la riconquista della collina sacra provocando la rabbia dei fedeli
musulmani.
Come prevedibile, il premier israeliano Benjamin Netanyahu ha indetto
una riunione di emergenza per domani sera, dopo la fine del Capodanno,
per discutere della “violenza perdurante” sulla Spianata delle Moschee e
prendere provvedimenti. Secondo quanto diffuso dal quotidiano Jerusalem Post,
la polizia avrebbe trovato dei “tubi bomba” in un luogo imprecisato
della città vecchia, ritrovamento che ha portato il ministro della
pubblica sicurezza Gilad Erdan a dichiarare che “le misure di sicurezza
all’interno del sito verranno modificate”. E’ stato più preciso il capo ad interim
della polizia israeliana Bentzi Sau sul suo profilo Facebook: “La
polizia israeliana – si legge – non permetterà che venga arrecato alcun
danno alla sicurezza pubblica né alla sovranità dello stato in generale,
e alla sua capitale e al Monte del Tempio in particolare”.
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