Un'Italia involuta, ripiegata su se stessa, "rentier" la definisce il Censis nel Cinquantesimo Rapporto sulla situazione del Paese. Un Paese che più che vivere di rendita però sopravvive, sfruttando fino all'osso le ricchezze del passato, in particolare il patrimonio immobiliare, finalmente "messo a reddito", ma che non osa più scommettere sul futuro. Dal 2007 a oggi gli italiani hanno accumulato 114 miliardi di euro di liquidità aggiuntiva, un gigantesco patrimonio che equivale al Pil dell'Ungheria e che rimane rigorosamente liquido, pronto a essere usato in una prospettiva futura di tempi ancora più bui, investito davvero in minima parte e sostanzialmente nelle mani degli anziani.
Che cosa vuole il Censis?
Prima di tutto manca la valutazione delle disuguaglianze sociali assolutamente esplose nel corso degli ultimi vent’anni, rispondendo a una semplice domanda: a chi sono in mano i 114 miliardi di euro di liquidità aggiuntiva? Non certo ai milioni di anziani che vivono con una pensione inferiore ai 1000 euro.
Questo tanto per cominciare.
In secondo luogo: forse i risparmiatori dovrebbe mettere i loro soldi in mano ai sapientoni di Banca Etruria, della Popolare di Vicenza, del Monte dei Paschi di Siena, della CARIGE e via elencando, per consentire ai banchieri delle mille bancarotte di proseguire nei loro giochetti in combutta con la politica delle elargizioni a pioggia e dei mutui concessi agli amici degli amici (salvo piangere sul latte versato dei crediti “sofferenti”: altro affarone).
Terzo: di chi è la responsabilità della disoccupazione giovanile oltre il 40%. Non è forse di coloro che hanno fatto in modo (a partire dalla privatizzazione delle PPSS sei settori strategici) che questo Paese, votato alla subalternità del monetarismo liberista di stampo BCE, risultasse privo completamente di una politica industriale, caratterizzato da un’estrema fragilità del tessuto produttivo al punto da favorire un massiccio fenomeno di delocalizzazioni, con le infrastrutture a pezzi e il territorio reso vulnerabile in maniera estrema da una politica di cementificazione assolutamente perniciosa?
E’ responsabilità di chi ha governato l’Italia in questo modo oppure dei risparmiatori?
Quarto e ultimo: perché circolano quelli che il “Censis” ha definito “lavoretti”. Perché si è imposta la filosofia dello sfruttamento intensivo, a partire dall’alto (modello Marchionne) al basso “lavoro nero”, pagamento in voucher, volatilità d’impresa, mantenimento della manodopera dentro l’eterno recinto dell’esercito di riserva (quale significato se non questo per il jobs act, le tutele apparentemente crescenti, il ricatto del licenziamento senza giusta causa) ?
Domande che resteranno senza risposta.
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