Lo “sfortunato incidente” di Gianfranco Dell’Alba fattosi truffare 500 mila euro come un pollo nonostante abbia superato i sessant’anni, mi da l’occasione da comunista irriverente e velenoso di argomentare alcune semplici cose su di lui e su chi con codesto funzionario si è accompagnato.
Anche se ogni tanto mi arrivano per email richieste di soldi per aiutare all’estero miei sfortunati conoscenti hackerati, non ho mai ho aderito, consapevole non solo della truffa anche perché ho la capacità critica che la natura, l’educazione e Dio mi hanno dato.
Dico Dio, perché nel caso del lobbysta di Bruxelles è il caso di girare il coltello nella piaga, e affermate che Dio fa precipitare nella polvere gli stolti e la stoltezza di Dell’Alba è per la sua scelta di vita, uno “yes man” pronto ad accontentare senza esitazione i desiderata dei propri padroni: quindi non uno sfortunato incidente, ma una conseguenza di pratiche consolidate che troppo spesso sono disponibili a schiacciare i lavoratori senza alcuna lacrima e ripensamento (le lacrime della Fornero, altra “yes woman” di Confindustria, erano di gioia).
Una mia curiosità rimastami per questo “incidente” è capire a cosa servivano tanti soldi mossi così facilmente, anche se a me una idea frulla per la testa ed è quella per cui si comprava voto e consenso all’euro-parlamento, quindi un organismo che non tutela le persone ma i super-ricchi!
Dato che sono curioso, sono andato in “rete” per leggere come è trattata la notizia, scoprendo che con la “ricerca” escono fuori tutte “testate minori”, quindi la stampa main-stream è oggettivamente complice e asservita alla grande finanza, di cui copre le malefatte.
Durante la ricerca nella “rete” ho fatto un’altra interessante scoperta, ed è che venti anni fa il “pollo confindustriale” era un parlamentare eletto e (rimane) militante del Partito Radicale.
Questa scoperta evidenzia una volta di più come quest’area politica (più giusto definirla lobby) da sempre filo-USA (dimmi con chi ti accompagni e so chi sei) è anche filo neo-liberista, tanto che oggi hanno proposto a Roma un referendum per mettere il trasporto pubblico romano in mano ai “prenditori” privati, chiudendo tutte e due gli occhi sul disastro di Roma-TPL che ha mostrato tutto il male del volere privatizzare.
Un semplice commento: Gianfranco Dell’Alba ha avuto solo quello che si meritava, sperando lo stesso successo per Confindustria e Lobby radicale (la lista sarebbe molto più lunga, ma va bene pure così).
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