Una testata è tecnicamente un colpo di testa. Nell’arsenale della coatteria è il più classico dei first strike, che mette la vittima in condizioni di non potersi difendere per diversi secondi, se quest’ultima ha la stamina di un combattente. Altrimenti la stende e la mette definitivamente fuori gioco.
Per poterlo sferrare serve molta freddezza, autocontrollo, abitudine alla rissa da strada, qualche capacità di recitazione (per convincere la vittima che non sta correndo alcun pericolo e arrivare così “a distanza utile”).
La testata di Roberto Spada al cronista di Nemo, una delle trasmissioni Rai più attente ai problemi sociali, è figlia di uno squilibrio assoluto: da un lato il picchiatore esperto, dall’altro un ragazzo inerme e sprovvisto delle più elementari conoscenze in materia. A partire da quelle che consigliano prudenza nell’approcciare personaggi del genere “a casa loro”, nel luogo dove si sentono e sono “i più forti”.
A chi, come noi, nelle periferie c’è nato e cresciuto, già solo l’inizio del video girato da Daniele Piervincenzi faceva prevedere il finale. Bastava notare il movimento ondulatorio del corpo, la voce che voleva essere suadente anche quando tradiva ostilità repressa, il lampo negli occhi che ognuno di noi sa leggere come un “vieni avanti ancora cinque centimetri e ti stendo”.
Abbiamo scritto – come Contropiano – decine di pezzi sulla malavita ad Ostia, sui suoi legami palesi e non con i fascisti (Casapound e non solo), sulle liste politiche che ne accoglievano e rappresentavano gli interessi, sulle aggressioni “in simbiosi” contro i compagni della zona (qui, qui, ecc). Sappiamo, come tutti, che certi legami possono prosperare soltanto se per anni o decenni vengono lasciati in pace, protetti, coccolati dal “mondo di sopra” e dai suoi organi repressivi. Sarà una spiacevole coincidenza, ma ad oltre 48 ore dalla “capocciata” videoregistrata non risulta che Roberto Spada sia stato ancora neppure convocato in commissariato. Avesse fatto la stessa cosa un “autonomo” o – dio ne scampi! – un black bloc, siamo certi che sarebbe scattato l’arresto per “flagranza differita”, magari con l’isolamento in carcere e il divieto di vedere i familiari.
Ora tutti i media scoprono che in certe periferie metropolitane quel “guinzaglio lento” che ha fatto crescere malavita e fascisti può diventare un problema. Che l’abitudine a “governare il territorio” in nome dei propri interessi economici e per conto del “mondo di sopra” può produrre personaggi che ritengono di essere pronti a prendersi uno spazio più ampio. Personaggi pronti al “colpo di testa”...
Eppure questi personaggi e i loro fiancheggiatori politici sono stati stolidamente sdoganati dalla creme de la creme del giornalismo nazionale (Mentana, Facci, Formigli, ecc.), come se quei legami e quella violenza fossero solo una diceria maligna dei soliti “comunisti fuori dal tempo”.
Un “eccesso di confidenza” con la feccia che è tornata utile soltanto alla fascisteria (una parte di quel 9% rimediato da Casapound a Ostia è “merito” di quei giornalisti famosi che si sono prestati a fare da testimonial per i picchiatori fascisti; il resto è il pacchetto di voti controllato dagli Spada) e che non si traduce mai in “restituzione del favore”.
Ma i giornalisti sono abituati a frequentare i politici, e come loro ignorano le dinamiche sociali che sobbollono nelle periferie. Viene alla mente il Galli della Loggia appiedato in un quartiere romano (http://www.corriere.it/), che si guarda intorno come un’anziana aristocratica sorpresa dal fatto che ci sia gente che possa vivere e crescere in posti simili. E stiamo parlando di un rispettato “opinionista” che si cimenta senza problemi – anzi con qualche sicumera – sui flussi elettorali, i mutamenti antropologici, le variazioni di opinione politica...
Vispe Terese che immaginano il mondo a misura di redazione e salotto buono, tra conviviali magari ipocriti ma beneducati, che sanno scegliere la posata giusta per un certo piatto e il vino adatto a una certa portata. Vispe Terese che quando scendono in strada scoprono – con orrore – che il mondo è brutto, sporco e cattivo. E che li odia.
Quello che non possono proprio comprendere è che quel mondo è così anche per colpa loro...
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