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18/11/2017

Una lista per il “potere al popolo”. L’assemblea di Roma


Teatro pieno, in via Bari. Di giovani attivisti e antichissimi militanti.

L’idea lanciata dagli attivisti napoletani di Je So’ Pazzo sembra aver liberato tutte le soggettività politiche organizzate, da quelle che stanno crescendo a quelle in grandi difficoltà, dal rischio (e la paura) di avanzare la medesima proposta e vedersela rifiutare per il rischio (e la paura) che qualcun altro mettesse cappello sull'idea di una lista “potere al popolo” da presentare alle ormai prossime elezioni politiche.

E fin dall’introduzione, Viola chiarisce che “a forza di salvare il salvabile abbiamo perso quasi tutto”. Il tentativo dev’essere quello di “fare tutto al contrario”, perché non c’è più niente da perdere. Andiamo dappertutto, con modestia ed entusiasmo e confrontiamoci per sapere cosa “i territori” vogliono. Nessuno “ha verità in tasca”, e si vede... Se qualcuno l’avesse avuta, non saremmo in queste condizioni.

Mutualismo e controllo popolare, due pratiche/percorsi che sono state effettivamente messe alla prova, a Napoli. Era iniziata con il controllo dei seggi, in cui i soliti “maneggioni” hanno iniziato ad aver paura. Poi si è estesa ad altre situazioni (sanità, ecc), chiarendo sempre che la chiave è chiedere alla gente di cosa ha bisogno e attivarla per ottenerlo. Il potere della decisione, insomma, che deve tornare “al popolo”.

Un metodo che va applicato anche per “trovare i quattro-cinque punti” che la gente – non la nostra testa – approva.

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