20/11/2017
Disastro ambientale in South Dakota, sversati 800 mila litri di petrolio
articolo di Marina Catucci tratto da Il Manifesto
TransCanada, la compagnia che possiede e gestisce la Keystone pipeline, ha comunicato che a causa di una perdita, circa 210.000 galloni di petrolio, pari a quasi 800 mila litri, sono stati versati vicino alla piccola città di Amherst, in South Dakota. Si tratta della più grande perdita mai registrata nello Stato. La causa dell’incidente è ancora ignota, e TransCanada ha momentaneamente chiuso l’oleodotto.
Di tutta questa vicenda non si sono trovate tracce nei tweet e nelle dichiarazioni di Donald Trump che evidentemente reputa lo sversamento un evento marginale.
L’incidente è avvenuto in un momento delicato per TransCanada, soltanto quattro giorni prima del voto previsto da parte delle autorità del vicino Stato del Nebraska sull’approvazione o meno del progetto di estensione per ben 275 miglia dell’oleodotto, il controverso Keystone XL che dovrebbe essere lungo 2.000 chilometri per trasportare il petrolio dal Canada alle raffinerie del Texas, contro il quale si sono battuti per mesi i nativi americani che abitano in quella zona, preoccupati dell’impatto dell’oleodotto sul territorio.
Il progetto dell’estensione era stato bloccato da Obama a fine mandato, ma immediatamente recuperato da Trump che l’aveva anche spregiudicatamente definito «una buona cosa per l’ambiente».
Contro la Keystone XL i nativi americani si erano organizzati nella più grande alleanza transtribale della storia degli indiani d’America, la loro resistenza non violenta aveva attratto l’attenzione dei media nazionali e nella regione tra il South Dakota ed il Nebraska erano accorsi ambientalisti e attivisti da tutti gli Stati.
Per proteggere i nativi dalle forze dell’ordine che li volevano sgomberare si era anche costituito un servizio d’ordine formato da veterani, che si erano schierati in difesa degli indiani impedendo le manovre di sgombero. Alla fine Obama aveva bloccato il progetto ritenendolo, a ragione, una potenziale catastrofe annunciata. Trump, invece, la pensa diversamente in tema di ambiente e di rispetto del territorio, e sbloccare la costruzione del Keystone XL è stato uno dei suoi primi atti da presidente.
Ora per l’approvazione finale si attende la decisione delle autorità locali, che dovrà avvenire subito dopo il disastro, mentre i locali proprietari terrieri sono preoccupati di come la fuoriuscita di petrolio danneggerà le loro proprietà e le falde acquifere.Al momento un lungo tratto di oleodotto è stato chiuso, ed è stato lasciato in funzione solo il tratto meridionale che arriva fino alle coste del Mississippi.
«Non ci si può fidare di TransCanada», ha detto all’emittente radiofonica Npr, Jane Kleeb, leader del partito democratico del Nebraska, attivista di lunga data e contraria alla Keystone XL. «Ho piena fiducia che la commissione del servizio pubblico del Nebraska si schieri con i cittadini – ha continuato Kleeb – e non con una compagnia petrolifera straniera».
Brian Walsh, responsabile ambientale presso il dipartimento Risorse naturali del South Dakota ha affermato che la compagnia canadese era a conoscenza dell’incidente sin dalle 5,30 del mattino ma la sua agenzia ha aspettato le 10,30 per dare l’allarme. «Riguardo questo lasso di tempo mi aspetto delle risposte», ha affermato Walsh.
Nella sua dichiarazione, TransCanada, ha invece dichiarato: «La sezione di tubo lungo un rettilineo di circa 35 miglia (56 chilometri) a sud della stazione di pompaggio Ludden, nella contea di Marshall, nel South Dakota, è stata completamente isolata in 15 minuti, e sono state attivate procedure di emergenza».
La perdita è avvenuta su terreno privato, che Walsh ha descritto come «una zona pianeggiante ed erbosa dedicata al pascolo», la società ha twittato una foto del sito ed ha dichiarato di star fornendo alle autorità statali e federali «informazioni accurate e confermate su base continuativa». Le dichiarazioni di TransCanada non hanno rassicurato particolarmente ambientalisti e residenti che hanno visto confermarti i loro timori.
Circa 75 lavoratori e appaltatori della TransCanada erano presenti sul sito venerdì, insieme agli addetti federali e statali, per iniziare la lunga operazione di pulizia che includerà lo scavo di parte del gasdotto. «Penso che ci vorranno settimane per ripulire tutto», ha dichiarato Walsh.
Fonte
Fa piacere notare che anche innanzi a una notizia del genere il manifesto riesca ancora a fare pelosa propaganda per Obama – artefice primo del ritorno in pompa magna degli USA tra i produttori di petrolio attraverso le devastanti tecniche di fracking – a "danno" di Trump.
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